Oggi, 5 novembre 2025, la Corte Costituzionale discuterà il ricorso di legittimità costituzionale promosso dal Governo contro la legge della Provincia autonoma di Trento che consente al Presidente della Provincia di candidarsi per un terzo mandato consecutivo. Si tratta di un contenzioso di grande rilievo politico e giuridico, che pone al centro il rapporto tra autonomia speciale e principi fondamentali della Repubblica, tra autogoverno territoriale e limiti costituzionali alla concentrazione del potere.
Nel merito una nota di Alex Marini, già consigliere provinciale e promotore di “Più democrazia in Trentino”.
La Corte Costituzionale è il massimo organo di garanzia della nostra Carta fondamentale.
Nell’udienza pubblica, i giudici costituzionali discutono le cause iscritte a ruolo, ascoltando gli avvocati delle parti – in questo caso, l’Avvocatura dello Stato per il Governo e il legale incaricato dalla Provincia autonoma di Trento, prof. Giovanni Guzzetta, che ha depositato la memoria difensiva nell’ottobre scorso.
L’udienza si apre con la relazione del giudice relatore, in questo caso il prof. Giovanni Pitruzzella, e prosegue con le arringhe delle parti e le eventuali domande dei giudici. Al termine, la Corte si ritira in camera di consiglio per deliberare la sentenza, che verrà resa pubblica nei giorni successivi.
La novità: la memoria amicus curiae di Più Democrazia in Trentino
Una novità assoluta di questo giudizio è la partecipazione della società civile trentina. Il 23 giugno 2025, l’associazione Più Democrazia in Trentino ha depositato una memoria amicus curiae, redatta con il contributo scientifico del prof. Lorenzo Spadacini (Università di Brescia) e il supporto giuridico dell’avv. Rosa Rizzi, già componente della Commissione dei 12.
Il 23 settembre 2025, il Presidente della Corte Costituzionale Giovanni Amoroso, sentito il giudice relatore Pitruzzella, ha emanato il decreto di ammissione della memoria, riconoscendo all’associazione un interesse diretto e qualificato nel procedimento.
L’ammissione della memoria rappresenta un fatto di rilievo per l’autonomia provinciale: per la prima volta in Trentino, un soggetto civico non istituzionale è stato ammesso a partecipare a un giudizio costituzionale su una materia che tocca le regole democratiche fondamentali e l’equilibrio tra autonomia e principio di eguaglianza politica.
La memoria, pubblicata integralmente sul nostro sito e presentata in conferenza stampa il 20 ottobre a Trento, è articolata in tre assi fondamentali:
- il limite del doppio mandato come principio generale dell’ordinamento repubblicano, volto a garantire alternanza, parità di condizioni e prevenzione delle rendite di potere;
- l’assenza in Trentino di condizioni locali eccezionali che giustifichino una deroga al principio, a fronte invece di criticità sistemiche: concentrazione del potere esecutivo, dipendenza finanziaria dei Comuni, opacità nei rapporti con il terzo settore, assenza di strumenti di controllo effettivi, indebolimento del pluralismo informativo;
- le carenze istruttorie e partecipative nell’approvazione della legge impugnata, adottata con procedura d’urgenza non motivata, senza consultazioni né analisi di impatto, in contrasto con i principi di trasparenza e partecipazione democratica sanciti dal diritto nazionale e internazionale.
La tesi a difesa del terzo mandato e dell’autonomia speciale
A fronte di un tema di così rilevante interesse pubblico, il Presidente della Provincia Maurizio Fugatti ha scelto di non sostenere pubblicamente la propria posizione, limitandosi a delegare la difesa formale della legge al legale incaricato dalla Provincia.
Il suo silenzio nel dibattito politico e istituzionale è stato notato anche a livello accademico: il professor Cosulich, intervenendo sulla rivista Federalismi (Dix ans, ça suffit ? Il dilemma del terzo mandato, da Napoli a Trento, fra autonomia e uniformità), ha cercato di colmare tale vuoto, illustrando e condividendo (in suo soccorso) quella che appare come la possibile linea difensiva della Provincia di fronte alla Corte.
Secondo questa impostazione, la recente sentenza n. 64/2025 – con la quale la Corte ha annullato una norma analoga della Regione Campania – avrebbe sacrificato il principio di autonomia statutaria a favore di una eccessiva uniformità nazionale.
La tesi ruota intorno a quattro punti principali:
1. Autonomia statutaria vs. uniformità – il limite dei due mandati, introdotto dalla legge statale, invaderebbe una materia riservata alla competenza regionale o statutaria, quella della “forma di governo”.
2. Natura del limite – il numero massimo di mandati consecutivi non riguarderebbe i “casi di ineleggibilità” (art. 122 Cost.), ma la forma di governo (art. 123 Cost.), che le autonomie dovrebbero poter disciplinare liberamente.
3. Principio fondamentale o dettaglio? – il vincolo dei due mandati non sarebbe un “principio fondamentale” dell’ordinamento, ma un mero dettaglio tecnico che non dovrebbe limitare le autonomie.
4. La specificità di Trento – per la Provincia autonoma di Trento, la tesi a favore del terzo mandato sarebbe ancora più forte, poiché la competenza primaria in materia elettorale e di forma di governo sarebbe esercitabile senza vincoli di armonizzazione con la legge statale n. 165/2004.
In questo quadro, il confronto tra le posizioni dello Stato e quelle della Provincia assume una valenza decisiva: in gioco non c’è solo la rielezione di un presidente, ma il significato stesso dell’autonomia speciale e la tenuta dei principi democratici di alternanza e rappresentanza.
L’udienza di domani: in gioco non c’è solo un terzo mandato
Oggi, 5 novembre la Corte sarà chiamata a decidere se la rimozione del limite dei due mandati violi i principi costituzionali di uguaglianza, democraticità e alternanza, oppure se la Provincia autonoma di Trento possa disciplinare in autonomia tale materia in nome dello Statuto speciale prescindendo dalle buone prassi democratiche.
Per Più Democrazia in Trentino, l’esito di questo giudizio non riguarda il destino politico di una persona, ma la qualità della democrazia trentina e la tenuta del principio di equilibrio dei poteri in un sistema autonomistico che deve rimanere fedele alla Costituzione. Seguiremo con attenzione l’udienza pubblica del 5 novembre e daremo conto degli sviluppi e delle decisioni della Corte, fiduciosi che sia solo il preludio a un dibattito pubblico e trasparente sulle regole che definiscono la rappresentanza, i limiti del potere e la forma di governo del Trentino.

