(Giangrisostomo) Giuseppe Andrea Tovazzi da Volano, nato il 22 novembre 1731, vestì il saio francescano nel 1750 prendendo in religione il nome di Giangrisostomo. Ordinato prete il 12 giugno 1756, collaborò a lungo con il confratello erudito Benedetto Bonelli (1704-1783) da Cavalese. Divenne a sua volta uno studioso, in particolare della storia trentina. Morì il 5 marzo 1806. Lasciò 133 volumi di manoscritti, la maggior parte dei quali resi disponibili sul web dal francescano Remo Stenico (1925-2017) da Nave San Rocco il quale, per più di quarant’anni, fu responsabile della Biblioteca del convento francescano di S. Bernardino a Trento.
Proponiamo qualche frammento del diario compilato fra il 1754 e il 1806 dal francescano Giangrisostomo Tovazzi, da Volano. Prese nota, giorno per giorno, degli avvenimenti locali e delle notizie che raccoglieva sui fogli a stampa e dalla voce dei suoi interlocutori.
27 marzo 1785 – Li 27 domenica di Pasqua in Trento presso al Duomo tra le sette, ed otto di sera pensatamente nella strada con una pistolata di tre balle fu ammazzato un putto per altro abitante come servo a Pedecastello, da un pubblico spione degli sbirri. Non ebbe altro tempo l’offeso, che di dire Gesù Maria, e dovette morir subito. Tal sua disgrazia ebbe origine dall’essere stato in tal festa ad assistere al masadore di sua altezza rev.ma [il vescovo Pietro VigilioThun] nel palazzo madruziano delle Albere, che in tal giorno, e nella domenica di Pentecoste tiene osteria scandalosa, e molto frequentata da’ trentini. Il detto spione trovò da dire col figlio del masadore, e sentendosi rimproverare, ch’è uno spione gli minacciò di volersi vendicare. Avendo dunque trovato il detto putto, e credendolo il figlio del masadore, giacché simile, scaricò sopra di lui la sua bile. Così mi fu riferito in città. Ho veduto ilcadavero esposto nel cimitero del Duomo in questo giorno 28 di marzo.
1° aprile 1785 – Il primo di aprile ha nevicato, ma poco, anche in Trento.
2 aprile 1785 – Li due aprile nevicò più di ieri, ma dopo il pranzo sparì la neve ai raggi del sole, e continuò il travasamento de’ tetti.
3 aprile 1785 – Li tre aprile ha piovuto continuamente tutta la notte, ed anche quasi tutto il medesimo giorno, cosicché la Fersina s’è ingrossata, e diramata; ed i tetti hanno travasato assai.
4 aprile 1785 – Li quattro ha nevicato tutto il giorno, ed è restata la neve alta più di quattro dita.
20 aprile 1785 – Li 20 ho inteso, che in Levico continua la mortalità di uomini e donne molto copiosa, cagionata da malattie verminose, e brevi. In quest’anno, cioè in questi primi tre mesi sono morte circa settanta persone.
29 maggio 1785 – Nella sera del medesimo giorno 29 ha piovuto, e tonezzato molto, ed è caduta della gragnuola [grandine] notabile; e l’Adige a s. Apollinare ha traboccato. Così in Campo Trentino.
31 maggio 1785 – Li 31 di notte ha nevicato sui monti vicini a Trento.
1 giugno 1785 – Il primo di giugno su li monti nostri è nuovamente caduta della neve.
4 giugno 1785 – Li 4 giugno, giorno di sabato in Carano di Fiemme una donna maritata contra sua voglia un mese avanti circa, si ha impiccata ed ammazzata.
7 luglio 1785 – Li sette fu trovata nell’Adige annegata una bambina nata di fresco, al ponte di S. Lorenzo di Trento.
12 luglio 1785 – Li 12 di mattina in Trento fu trattenuta per forza una donna malmaritata, che correva all’Adige per annegarsi.
19 luglio 1785 – Li 19 tra le undici, e le dodici di notte, venendo li 20 si ha sentito una gagliarda scossa di terremoto qui in Trento, in Garniga, ed altrove. In Povo, in Roveredo. Continuò circa un Pater nostro.
11 agosto 1785 – Nel giorno undecimo a Me[zzo]lombardo fuvvi un notabile incendio, maliziosamente cagionato.
In questi giorni fu ammazzato da una donna, irritata contra un’altra donna, in Povo, il proprio figlio, che teneva in braccio con un pugno. Ed alla Rocchetta il sotto, cioè bargello di Cles, da uno coretano [di Coredo], che conduceva via una putta [una ragazza].
Le vendemmie di quest’anno dappertutto sul Trentino, e nell’Italia furono eccessivamente abbondanti, cosicché per non sapere dove riporre il brascato molti han differito il vendemmiare, ed altri han fatto lavorare i bottari anche ne’ giorni festivi. Il prezzo del brascato fu bassissimo: niuno ne voleva. In certi luoghi fu pagato un solo fiorino la brenta. Nessuno pensava che fossevi tanta abbondanza. Provenne dall’esser l’uva sana, grossa e mostosa. Il cielo fu sempre bello, e sereno.
28 settembre 1785 – 28 settembre da Salisburgo ritornò a Trento il nostro vescovo [vedi sotto] e li 29 partì per castel Thun, donde ritornò a Trento li 27 ottobre. Partì per S. Massenza li 30. Ritornò a Trento li 9 novembre chiamato da un commissario austriaco per causa della strada di Civezzano, che vuol farsi nuova e non erta. Fu aggiustata alquanto.
Nota: Va ricordato che il vescovo Pietro Vigilio Thun [1724-1800] era anche canonico, decano del Capitolo, di Salisburgo, città nella quale era obbligato a risiedere almeno quattro mesi l’anno. Di solito partiva da Trento ai primi di maggio e tornava a fine settembre. Fu molto “principe” e poco “vescovo”, in costante contrasto con i corpi intermedi del Principato: il capitolo del Duomo e il Magistrato consolare. Secondo taluni studiosi va cercato in questi contrasti l’embrione della coscienza autonomistica del Trentino divampata nel corso dell’Ottocento dopo l’incorporazione del territorio meridionale dell’impero, di lingua italiana, nella provincia tedesca del Tirolo con capitale Innsbruck.
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