“È uscito un decreto governiale, col quale s’intima a tutti i genitori di sottoporre alla vaccinazione i loro figliuoli, i quali non hanno finora avuto il vaiolo naturale, e ciò sotto pena di multa pecuniaria. Si dice altresì che non sarà lecito di contrarre matrimoni a quei giovani che in allora non potranno provare d’esser stati nella lor fanciullezza vaccinati”.
La cronaca non è di questi tempi, è del 6 ottobre 1807. È contenuta nel “diario Trentino secolaresco e monastico” la cui compilazione fu dovuta in gran parte al francescano Giangristostomo Tovazzi da Volano. Presso la Biblioteca di San Bernardino, a Trento, sono conservati i cinque volumi del diario che abbraccia un periodo storico turbolento: dal 1754 al 1809. Alla morte di Giangrisostomo Tovazzi (avvenuta il 5 marzo 1806), la compilazione del “diario” fu assicurata, per altri tre anni, dal francescano Vincenzo Maria Keller da Cles. È a lui, pertanto, che va attribuita la nota sulla vaccinazione obbligatoria diramata dal Capitanato circolare del governo bavarese che si era insediato a Trento nel febbraio del 1806. Il 23 di quel mese, Giangrisostomo Tovazzi scrisse l’ultima notazione sul diario:
“Li 23, domenica prima di Quaresima nel Duomo di Trento il pubblico ha solennemente ringraziato Iddio Signor nostro per essere divenuto suddito di sua maestà Massimiliano re di Baviera. Si radunarono nel medesimo Duomo il signor Conte Marsigli generale bavaro, l’uffizialità di questa guarnigione, tutte le podestà costituite, la nobiltà, ed immenso popolo. Il Padre Cappuccino predicatore quaresimalista fece un discorso energico, ma breve, ed analogo. Monsignor decano Conte de’ Manci cantò la Messa col Te Deum: sotto cui furono suonate tutte le campane, e furono fatte più scariche di mortai dal militare regio. Il Magistrato fregiato della cocarda bavarese diede un lauto banchetto nel salone del palazzo civico al detto generale, a tutta l’uffizialità, ad una deputazione capitolare, e del regio bavarese provisorio capitaniato circolare, ad altri del Corpo pubblico. Alla truppa regia poi diede una gratificazione in denaro. Furono in tal occasione pubblicate varie poesie”.
L’obbligatorietà della vaccinazione contro il vaiolo, decretata dai Bavaresi suggerisce un riassunto di ciò che accadde nel Trentino al tramonto del Principato vescovile e prima della dominazione austriaca che sarebbe durata fino al tracollo di Vienna con la fine della Grande guerra (1914-1918).
Dal 5 settembre 1796, quando i francesi erano entrati a Trento, il Principato cominciò a girare come una trottola, subendo in vent’anni ripetuti capovolgimenti di governo. Cacciati i francesi il 5 novembre 1796, subentrò l’amministrazione del conte del Tirolo. Vi restò poche settimane poiché, nel gennaio del 1797, la battaglia di Rivoli (Verona) riaprì agli invasori la strada verso Trento. Anche in codesto frangente la presenza dei francesi durò lo spazio di tre mesi. In aprile del 1797, tornati gli austriaci, fu ripristinato l’Imperial regio Consiglio amministrativo. I francesi sarebbero tornati da queste parti nel gennaio del 1801 per insediarvi un Consiglio superiore col compito di governare il Trentino e il Tirolo meridionale.
Non era finita. Con la pace di Lunéville tra la Francia e l’Austria (3 dicembre 1801) che concludeva la guerra della seconda coalizione antifrancese (1799-1802), il Principato vescovile di Trento, ormai al tramonto, visse qualche mese di indipendenza. L’anno successivo, con la convenzione di Parigi del 26 dicembre 1802 fu stabilito di cedere all’Austria i principati vescovili di Trento e di Bressanone. Finivano in tal modo otto secoli di governo vescovile tridentino su una parte della regione. Con il ritorno degli Austriaci, il principato di Trento fu incluso (4 febbraio 1803) nella provincia del Tirolo, con capitale Innsbruck, formata da sei circoli. Per il Trentino: i circoli politici di Trento e quello di Rovereto. A sua volta, la provincia tirolese faceva riferimento alla cancelleria aulica di Vienna. Con la pace di Presburgo (26 dicembre 1805) la provincia del Tirolo, pertanto pure il Trentino, fu annessa alla Baviera.
Per il Tirolo meridionale, la nuova organizzazione politico-amministrativa del 21 novembre 1806 contemplava l’aggregazione in due circoli: quello dell’Adige, con capoluogo Trento; quello dell’Eisack con capoluogo Bressanone. Da quest’ultimo (30 marzo 1807) fu staccata la val di Fassa e aggregata al giudizio distrettuale di Cavalese. I bavaresi governarono il Trentino sino al 1809. In seguito al trattato di Parigi (28 febbraio 1810) fra la Francia e la Baviera, il Tirolo meridionale, divenuto “Dipartimento dell’Alto Adige”, con capoluogo Trento, fu annesso al napoleonico Regno d’Italia. Nel luglio del 1810 il Dipartimento dell’Alto Adige fu suddiviso in cinque Distretti (Trento, sede di prefettura; Bolzano, Cles, Rovereto e Riva, sedi di vice-prefettura) ognuno dei quali formato da venti Cantoni, sede di “giudicatura di pace”. Il regno Italico di Napoleone ebbe fine nel mese di ottobre 1813 con il ritorno degli Austriaci, i quali avrebbero dominato il Trentino sino al tracollo della dinastia degli Asburgo nel novembre del 1918. Per dieci mesi il Trentino divenne territorio di occupazione militare da parte dell’esercito di Vittorio Emanuele III di Savoia. L’annessione all’Italia sarebbe avvenuta in seguito al trattato di St. Germain en Laye del 10 settembre 1919.
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