Nel solco di una consolidata tradizione, il “Club Armonia”, storica associazione culturale trentina che quest’anno ha varcato la soglia dei centoventi anni di ininterrotta attività, torna a proporre una lettura non convenzionale del dramma dell’antisemitismo e delle relative persecuzioni, in occasione del “Giorno della memoria”, come avviene ormai da quasi vent’anni. Attraverso l’universalità del teatro, il testo indaga quindi una delle prime accuse di complotto universale ebraico volto alla conquista e al possesso del mondo intero, correlata alla diffusione in Europa della lebbra, nei primi decenni del Trecento. Davanti ad una malattia orribile e sconosciuta, si fa strada nel sentimento popolare e con il sostegno dell’Inquisizione, la paura per un morbo sconosciuto e quindi facilmente ascrivibile al potere demoniaco del quale l’ebreo è, secondo la vulgata antisemita dell’epoca, l’incarnazione terrena. A rileggere oggi certe “fake news”, soprattutto sull’incontrollabile orizzonte dei “social”, sembra veramente che quelle accuse siano state formulate proprio in queste ore, a dire di quanto tutto cambia per non cambiare mai.
“LA CONGIURA”, questo il titolo dell’atto unico di Renzo Fracalossi allestito appunto dal Club Armonia, scava quindi dentro l’antigiudaismo di matrice cristiana, allo scopo, non solo di fare didattica della memoria, ma anche di evidenziare come, nonostante i molti secoli trascorsi dai fatti raccontati e nonostante la diffusione della conoscenza e della tolleranza, ben poco sia purtroppo mutato e l’odio, nella sua essenza e nei suoi profili, sia rimasto intatto.
Forse mai come in questo momento viene avvertita la necessità di combattere l’antisemitismo, dal quale ogni forma di razzismo si è generata, perché la sua onda mefitica e feroce sta lambendo di nuovo e con crescente costanza anche la nostra quotidianità, rischiando di evocare orrori che si credevano sepolti sotto la polvere del tempo.
In scena quindi la narrazione storica di fatti realmente accaduti in Francia nel 1321, ma anche la reazione popolare che genera pregiudizio facilmente manipolabile e che si alimenta, ieri come oggi, di menzogne, di superstizioni, di supposti complotti, di propagande ideologiche e di paure millenaristiche. Una scarna ed essenziale scenografia; una certosina ricerca sui costumi d’epoca e sulla abitudini alimentari e quotidiane del Medioevo ed una analisi ben documentata circa la persecuzione antisemita inquisitoriale, in un alternarsi di didattica della storia e di teatro popolare, costituiscono l’ossatura di un testo crudo nelle sua brutalità di odio e di rifiuto, che si avvale di una straordinaria colonna sonora, eseguita dal vivo e che attinge forza dalla tradizione musicale “Kletzmer” dell’Europa centrorientale.
L’allestimento, dopo aver girato nei teatri del territorio grazie anche alla collaborazione del Coordinamento Teatrale Trentino, approderà, caso forse unico nella storia del teatro non professionistico provinciale, sul prestigioso palcoscenico del Teatro “Franco Parenti” di Milano, in virtù della sensibilità e dell’attenzione di Ruggero Gabbai e di André Ruth Shammah, per poi arrivare anche a Torino dove si conclude la tournée.
L’allestimento è stato possibile con il sostegno del Mediocredito Trentino Alto-Adige, delle principali Organizzazioni sindacali (C.G.I.L., C.I.S.L. e U.I.L), di FIDAPA e di alcuni privati, posto che da tempo la Provincia, dopo lunghi anni di fruttuosa collaborazione, ha deciso di volgere altrove il proprio sguardo. E con esso il contributo pubblico.
Un’ultima annotazione. Il testo è dedicato al ricordo di Felice Sordo, noto commercialista di Trento, fraterno amico del Club Armonia e ricercatore appassionato sulla storia dell’antisemitismo. In scena, accanto all’autore che veste i panni del grande Inquisitore di Francia Bernard Guy, reso celebre dal romanzo di Umberto Eco “Il nome della rosa”, Sara Ghirardi e Claudia Furlani, due serve e cuoche pettegole nella cucina del palazzo reale di Poitiers; Marino Degasperi, che interpreta un visionario cuoco italiano al servizio di Filippo V di Francia; Fiorenzo Pojer e Leonardo Debiasi, che sono due composti e ligi frati amanuensi ed infine Marco Revolti, che dà voce a fra’ Marcel, testimone di una Chiesa universale, accogliente, dialogante e aperta che si scontra ovviamente con l’Inquisizione.
La trama è sostenuta dalla straordinaria ricerca musicale di Michael Isac Girardi e di Andrea Anderle, i quali scandiscono i passaggi del testo attraverso i ritmi e le melodie “Kletzmer” dell’Europa centrorientale, mentre l’assistenza tecnica è affidata a Gianni Dorigatti.
Lo spettacolo arriva a Trento, il 27 gennaio “Giorno della Memoria” e, per la prima volta, al Teatro di Villazzano, dopo molti anni sul palcoscenico del “Cuminetti” ormai impraticabile per gli eccessivi costi di noleggio della struttura. Come sempre l’ingresso è libero e gratuito ed il sipario si alza alle ore 20.30, secondo il seguente calendario:
Giovedì 25 gennaio ALDENO – Teatro comunale;
Venerdì 26 gennaio CLES – Sala Borghesi Bertolla;
Sabato 27 gennaio TRENTO – Teatro di Villazzano;
Domenica 28 gennaio SPIAZZO RENDENA – Teatro comunale;
Lunedi 29 gennaio CEMBRA – Teatro comunale;
Venerdi 2 febbraio SELLA GIUDICARIE – ex Chiesa di S. Andrea;
Domenica 4 febbraio MILANO – Teatro “Franco Parenti”;
Domenica 10 marzo TORINO – Sala della Comunità ebraica.
Un’occasione insomma per riflettere, nell’auspicio che la conoscenza possa trasformarsi in coscienza, affinché l’odio venga ricacciato nella spazzatura della storia.