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    editoriale

    Quanto costa dire “No”

    Alberto FolgheraiterBy Alberto Folgheraiter2 Giugno 2022Aggiornato:3 Giugno 2022Nessun commento4 Minuti di lettura
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    La Provincia sposta il dirigente che, per carenza di sicurezza, ha osato opporsi al concerto di Vasco Rossi del 20 maggio scorso a Trento. Un grande concerto, finito bene perché la fortuna, talvolta, è magnanima anche con l’azzardo. Il dott. Marzio Maccani, 62 anni, laurea in Giurisprudenza, è dipendente della Provincia autonoma di Trento da 35 anni. La rimozione dall’incarico gli è stata comunicata con una telefonata. La telefonata che “ti allunga la vita”, a volte ti accorcia la carriera.

    Quando si dice il destino. Era scritto da anni, su una targa lungo una strada di grande traffico, che il dott. Marzio Maccani, dirigente della polizia amministrativa della Provincia autonoma di Trento se ne doveva andare via. Via Maccani, infatti. E la decisione delle aquile annidate in piazza Dante non si è fatta attendere. I titolari pro tempore del Palazzo sono rimasti infastiditi non già dai megawatt del megaconcerto della star del rock bensì dal “niet” del dirigente provinciale che non se l’è sentita di avallare l’autorizzazione alla kermesse da 120 mila spettatori per numerose criticità nelle misure di sicurezza. A tutela della incolumità dei partecipanti e pure della propria perché, se malauguratamente fosse accaduto l’irreparabile, il primo a finire in galera sarebbe stato lui. 

    Il dott. Marzio Maccani spostato ad altro incarico per i suoi rilievi sulle misure di sicurezza al concerto di Vasco Rossi

    È andata bene perché il tempo è stato clemente, ma la carenza di vie di fuga indicata da Maccani si è puntualmente manifestata al momento dell’esodo dalla spianata di San Vincenzo. C’è stato chi, esasperato per la lentezza delle uscite, ha scardinato la recinzione e si è riversato sulla linea ferroviaria del Brennero. Al punto che si è dovuto fermare il transito dei treni. In altre circostanze si sarebbe parlato di un reato da codice penale: “Interruzione di pubblico servizio”. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trento non ha nulla da dire?

    E la Corte dei Conti, che è l’organo di controllo su come sono spesi i denari dalla pubblica amministrazione, trova che sia stato tutto regolare? Per esempio, la mobilitazione della protezione civile per predisporre la spianata da 27 ettari, come se un concerto fosse una catastrofe, rientra nella disponibilità degli amministratori, pro tempore, della Provincia autonoma di Trento? Tutto ciò è stato possibile perchè il presidente della Giunta provinciale, con suo atto, ha assimilato il concerto ad una calamità. Forse si riferiva ai milioni di euro (5, 6, quanti?) che la Provincia ha elargito per dare concretezza al sogno di Fugatti di portare a Trento il cantore della “vita spericolata”? Se dire sì a   quel concerto ha portato ad un esborso stratosferico di pubblico denaro, quanto costa dire no?

    Invocando la privacy, la decisione di allontanare il dott. Maccani è stata segretata. Da quando in qua le motivazioni di una designazione ad altro incarico vengono secretate? A nostra memoria, nella storia della Provincia non è mai accaduto. Si sa solo che dal 6 giugno 2022 il dott. Marzio Maccani non sarà più dirigente della polizia amministrativa provinciale. Sarà spostato, stop.

    L’eretico, insomma, deve essere messo in condizione di “non nuocere”. Tutto sommato gli è andata pure bene. Se quel “niet” lo avesse osato nella terra dove governano gli amici degli amici di chi decide in piazza Dante, avrebbe rischiato di finire “suicidato”. Dove osano le aquile ha osato pure il dirigente Marzio Maccani. Non si è piegato: né con le blandizie, né con le minacce.

    I Fugatti e gli “Yes men” passano. I Maccani restano. Magari un po’ ammaccati, ma con tutta la loro dignità. Il nostro meriterebbe proprio che gli fosse intitolata una piazza (senza passare dal via). 

    importante
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    Alberto Folgheraiter
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    Giornalista e scrittore. Negli anni Settanta redattore al settimanale “Vita Trentina”, alla redazione di Trento de “Il Gazzettino”, direttore responsabile di “Radio Dolomiti”. Dal 1979 al 2010 cronista alla redazione di Trento della Rai, poi capostruttura dei programmi (2007-2010); corrispondente dalla regione (1975-1996) del settimanale “Famiglia Cristiana”. Ha pubblicato 27 libri su storia, tradizioni ed etnografia del Trentino-Alto Adige. È socio di Studi Trentini di scienze Storiche.

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