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    Home»editoriale»Sul concerto le ombre della Procura
    editoriale

    Sul concerto le ombre della Procura

    Pier Dal RìBy Pier Dal Rì20 Febbraio 2022Nessun commento4 Minuti di lettura
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    Il Partito Democratico in Provincia a Trento ha deciso di andare fino in fondo. Di fare cioè il mestiere che deve fare una forza politica di opposizione: controllare l’operato dell’esecutivo. Sul concerto programmato di Vasco Rossi a Trento sud (20 maggio 2022) sono volate parole durissime. Si è parlato di bavaglio alle opposizioni, di tentativi da parte della Giunta provinciale di tarpare le ali a quei funzionari che, facendo presenti problemi di sicurezza, si sono messi di traverso all’agognato concerto. Una circolare interna, da qualche giorno vieta l’accesso diretto agli atti della pubblica amministrazione da parte degli stessi consiglieri provinciali. I funzionari dovranno seguire la scala gerarchica ed avere il placet della direzione generale. Di fronte al tiepido appoggio alle istanze e lamentazioni da parte della presidenza del Consiglio Provinciale, gli esponenti del PD trentino (segnatamente il consigliere Zeni, che è anche avvocato) hanno portato i documenti in Tribunale. Ed hanno sollecitato l’intervento della Procura della Repubblica di Trento. “Venuti a conoscenza di fatti gravi, ai confini della legittimità, abbiamo trasmesso la documentazione in nostro possesso perchè la Procura della Repubblica faccia le proprie valutazioni”. Si attendono sviluppi.

    Nella campagna elettorale per la conquista del comune di Trento, il candidato del centro destra, l’avv. Merler, aveva ipotizzato di regalare a Trento un mega concerto di Vasco Rossi! È opportuno dare a Cesare ciò che è di Cesare, ma poi non venne scelto da subito come candidato-sindaco preferendo Baraccetti, salvo poi ripescarlo più tardi. Questo per dire che l’attrazione per Vasco, e la sua capacità di attrarre le folle, va anche oltre la passione per la sua musica, il suo stile, la sua storia.

    È l’amore per un capitano coraggioso, un animatore di masse, un trascinatore di popoli vari e variopinti, di amanti delle situazioni al limite, di eventi col brivido e la suspence. Sta di fatto che molti personaggi solitamente critici, cauti e diffidenti delle iniziative di questa giunta provinciale, mi hanno confessato di aver già fatto provvista di biglietti e lo hanno fatto per tempo, temendo di perdere la kermesse. Vasco, probabilmente, è un nome che unisce non solo più generazioni ma anche più orientamenti politici. Cittadini che in campo politico hanno praticato l’andamento ondivago, passando con disinvoltura da uno schieramento all’altro, senza curarsi della coerenza delle idee ma lasciando inalterato l’amore per gli idoli musicali della loro gioventù.

    Forse hanno tolto da sopra il letto il manifesto di Fidel Castro ma non l’immagine di Vasco. Lui, resiste a Mao, Togliatti, La Malfa, Degasperi, Craxi, Pertini o Berlinguer. Ora penso che Fugatti abbia capito, forse più di tutti, che nel grande gioco d’azzardo della non-politica trentina il 20 maggio o si rifà un governo leghista o si muore. Se tutto andrà bene ne sarà il trionfatore, contro tutti i menagramo, gli invidiosi, i bradipi del modernismo, i sempre attivi del no-tut. Se andrà male, se capiterà l’imprevisto o il disguido che, per fortuito caso o provocato, seminerà panico (e mi auguro nessuna disgrazia), la carriera politica di Fugatti e di tutti i suoi sostenitori avrà una data certa della sua fine. Il 20 maggio, pertanto, sarà una data storica: “Con Vasco, o vivo o casco”.

    Io spero e mi auguro che non crescano le fronde di tifoserie per una o l’altra ipotesi. Entrambe farebbero danni irreparabili. Ci sono già tanti, troppi pericoli, troppe insidie in un mondo nel quale la provocazione, la semina di zizzanie e di infiltrazioni malefiche fanno spesso da padrone. Prevenire ed evitare provocazioni ed atti di vandalismo impegnerebbe un esercito di persone addette alla pubblica sicurezza ed al pronto soccorso civile e sanitario che potrebbero essere già provate da altri aspetti pandemici ancora in atto. A prescindere dai risvolti politici ipotizzati, va sperato che tutto funzioni, ma viene da chiedersi se valga la pena di rischiare e fare le corse contro il tempo nella più totale incertezza del risultato.

    importante
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    Pier Dal Rì

    Pier dal Ri’ (1949), già dirigente della Provincia autonoma di Trento, dove ha operato in molti campi e dirigente del servizio trasporti, dello sport e del servizio ripristino e valorizzazione ambientale. Ha avviato la rete delle piste ciclabili e tutti i servizi di supporto (bici grill, aree di sosta) e manutenzione costante con l’impiego di personale in mobilità. Ha collaborato con il giornale “Alto Adige” e poi con il “Trentino”, con lo pseudonimo “erpi” curando la rubrica “graffiti”. Suoi contributi son apparsi su varie riviste e testate per commentare temi di costume ed attualità. Da pensionato fa il coltivatore diretto, curando i propri vigneti a Mezzocorona dove é nato, cresciuto e si è formato, fino al trasferimento a Milano per frequentare e ottenere la laurea in architettura.

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