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    Il Trentino Nuovo
    Home»editoriale»75 anni dopo: separati in casa
    editoriale

    75 anni dopo: separati in casa

    Maurizio FerrandiBy Maurizio Ferrandi1 Settembre 2021Nessun commento3 Minuti di lettura
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    Se mai ce ne fosse ancora bisogno, il programma delle manifestazioni con cui, ben separate tra di loro, Trento e Bolzano ricorderanno, domenica 5 settembre, il 75º anniversario della stipula, in quel di Parigi, dell’Accordo Degasperi Gruber, offre l’immediata percezione di quale sia lo stato dell’arte degli sviluppi di quell’autonomia che si vuole, nell’occasione, celebrare.

    In quel di Trento cerimonia mattutina, con partecipazione a numero limitato causa pandemia, per esaltare il valore storico dell’autonomia trentina. A Bolzano, quando le prime ombre della sera saranno già calate sulla città, solenne inaugurazione del percorso storico realizzato dalla Provincia in piazza Magnago. Una serie di pannelli condurrà il visitatore attraverso gli avvenimenti che hanno portato alla nascita della seconda autonomia e al ruolo che in questa vicenda ha avuto il personaggio storico cui la piazza intitolata, Silvius Magnago. Un cammino che terminerà, nel giardino prospiciente, dove troverà posto installazione dedicata ad un altro protagonista della stessa vicenda: Alcide Berloffa.

    Il 5 settembre 1946, a margine della conferenza di pace a Parigi, i ministri degli esteri austriaco, Karl Gruber, e italiano, Alcide Degasperi, firmano l’accordo per definire le tutele della minoranza di lingua tedesca nella regione Trentino-Alto Adige

    Non occorre una laurea in storia locale per cogliere le contraddizioni che rendono arduo il tentativo di trovare una sintesi tra due celebrazioni che pure si richiamano ad un punto comune d’origine: quelle poche righe firmate, nel bel mezzo delle trattative per la pace postbellica, da due ministri degli esteri che, in cambio di quella decisione, ricevettero perlopiù critiche, qualche insulto e. Karl Gruber, anche uno schiaffone in piena faccia.

    A Trento si celebra un’autonomia che nell’Accordo, a dire il vero, non troverebbe diritto di cittadinanza, nascendo essa dalla volontà successiva di Degasperi di recuperare un retaggio storico ottocentesco, assegnando ai “suoi” trentini quelle facoltà di autogoverno inutilmente chieste a Vienna prima del 1914. Una volontà poi concretizzata, due anni dopo, della nascita della Regione, in un progetto politico destinato a durare solo una manciata d’anni e ad essere sacrificato, proprio in nome dell’attuazione di quell’Accordo, sull’altare di una seconda autonomia.

    È, quest’ultima, quella che si celebra a Bolzano con presenze illustri, tese a dimostrare, come sempre il suo preciso ancoraggio internazionale. Non ci saranno, quest’anno, i Capi di Stato, ma la presenza di un ex di grande spessore politico come Romano Prodi e di un altro protagonista come l’ex Presidente austriaco Fischer sottolinea, ammesso che ve ne fosse ancora bisogno, l’elemento chiave della politica internazionale perseguita negli ultimi anni dalla Südtiroler Volkspartei.

    Un richiamo al passato, con le sue luci e le sue ombre, che non vale tuttavia a disperdere le incognite che gravano sul presente e sul futuro. Il recente e ribadito impegno a rilanciare la collaborazione euroregionale non cancella i dubbi sulla valenza politica di questo esperimento, che pare scadere nell’evanescenza tutte le volte che in ballo entrano questioni dirimenti come ad esempio quella del traffico di attraversamento. Anche i rapporti fra Trento e Bolzano, sulla spinosissima questione del rinnovo della concessione dell’Autobrennero ma non solo, continuano ad essere quelli tra due coniugi separati in casa.Diventa così quasi inevitabile che ognuno si avvii a celebrare questo 75º anniversario in una solitudine che sembra venata più di smarrimento che di orgoglio.

    importante
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    Maurizio Ferrandi

    Da oltre quarant’anni segue le vicende altoatesine, che ha raccontato dalle pagine dei quotidiani L’Adige e Alto Adige, dagli schermi della televisione privata TVA e poi, per venticinque anni, dai microfoni della RAI di Bolzano. Attualmente è libero collaboratore del portale giornalistico Salto.bz. Alla quotidianità dell’impegno professionale ha affiancato da sempre l’interesse per la storia altoatesina dei decenni più recenti. Alla tesi di laurea sulle opzioni (1978) è seguita, nel 1987, la biografia di Ettore Tolomei (L’uomo che inventò l’Alto Adige, editore Publilux) recentemente uscito in veste totalmente rinnovata e con il titolo “Il Nazionalista” per i tipi dell’Editore Alphabeta.. Per la RAI ha realizzato documentari e programmi sula storia dell’autonomia, sull’Accordo Degasperi Gruber e, nei mesi scorsi, i ritratti del fotografo Albert Ceolan e dell’avvocato bolzanino Arnaldo Loner. Dopo aver diretto per oltre un decennio le redazioni italiana e ladina della RAI, ha deciso di dedicarsi alla ricerca storica. Frutto di questa scelta i volumi dedicati al rapporto tra Benito Mussolini e l’Alto Adige (Curcu & Genovese editore, 2015) e per l’editore Alphabeta i due volumi sulla storia parlamentare della questione altoatesina (Al Brennero ci siamo e ci resteremo - 2017 e Dibattiti e dinamite- 2018). Sempre per Alphabeta ha curato, assieme a Gabriele Di Luca, i due volumi dell’antologia Pensare l’Alto Adige, dedicata agli scritti dedicati all’Alto Adige da autori italiani nell’ultimo secolo.

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