Ci vollero nove anni tra la progettazione e l’inaugurazione dell’ospedale di largo Medaglie d’oro, a Trento, che venne a sostituire, nel 1969, il vecchio ospedale S. Chiara, oggi polo culturale della città. Quanto al nuovo, in via al Desert, nella plaga desertificata dall’abbattimento delle caserme militari, l’unica cosa che ribolle è l’acqua, qualche metro sotto la ghiaia visto che quella è zona alluvionale. Ma i nostri sapranno progettare e soprattutto “gettare” cemento armato in quantità sufficiente per far galleggiare oltre gli auspici il polo sanitario-universitario trentino. Per il momento siamo ancora ai preliminari e si galleggia nell’incertezza dopo l’annullamento delle precedenti gare d’appalto, i corsi e i ricorsi (storici) che nemmeno Giambattista Vico (1668-1744). Il quale aveva una concezione della storia divisa in tre età: quella degli dèi, quella degli eroi, quella degli uomini. In certe faccende noi siamo nella quarta. A voi la fantasia per definirla. Ma ecco il pensiero illuminato del nostro Gòlem:
Ho la fortuna di essere fatto d’argilla. Non mi ammalo quindi e non necessito di cure e ospedali. Al massimo posso seccarmi – e talvolta mi succede, non proprio in tutto il corpo ma solo in alcune parti centromeridionali – mentre voi, fatti di carne ed ossa e spero anche di coscienza, vi ammalate e talvolta dovete ricorrere alle cure ospedaliere.
E’ con gaudio che vi segnalo quindi la promessa della Giunta provinciale che, in trasferta a Castel Condino per illudere le periferie di esistere, ha promesso che, entro la fine del 2025, verrà posta la prima pietra del nuovo ospedale di Trento e del Trentino. Con una velocità stupefacente, dopo solo dieci anni di corsi e ricorsi e controricorsi e sentenze e impugnative e decisioni irrevocabili e subito revocate, adesso è arrivato il momento buon. Forse. Si, perché nuovi ricorsi sono ancora in agguato, mentre invecchiamo sempre meno fiduciosi.
L’ineffabile Presidente Fugatti, che non sembra possedere un grande senso del prematuro, enfatizza, con la consueta misura, la decisione e si limita a dichiarare: “Abbiamo costruito la sanità del futuro!”
Sarà. D’altronde, si costruisce spesso dopo aver distrutto e in questo sono dei maestri. Certo si tratta di opinioni. Di argilla, nel mio caso.
L’auspicio è solo uno: quello di vedere almeno qualche muro portante entro questa Legislatura, possibilmente al netto dell’intervento della politica.
Nove imprese in lizza. Verifica dei requisiti di ognuno. Poi progettazione, poi appalti, poi inizio lavori e poi… “Odissea nello spazio” o nell’ospizio.
E mentre lenta procede la storia, la premiata ditta Fugatti & Co. prosegue imperterrita: polo ospedaliero e universitario, facoltà di medicina, nuovo ospedale “in un progetto integrato a livello provinciale e territoriale” che aiuterà senza dubbio il Trentino ad essere attrattivo “per i medici che stiamo formando”.
Nel frattempo, consiglierei sommessamente una pellicola: “Ritorno al futuro” (1985, di Robert Zemeckis), perché l’unica cosa che si vede crescere in concreto sono le liste d’attesa.