A 83 anni la signora Maria Benigni passa la mano e abbassa le serrande della storica libreria di via Belenzani, a Trento. Restano invenduti centinaia di libri e, dice la libraia, “ne ho un’infinità e non so come farò a liberare i locali”. Che sono della Confraternita dell’Annunziata, il sodalizio che fa capo alla contigua chiesa omonima.
Aveva cominciato suo padre, Arturo Benigni, nel 1923, con una libreria in via Santa Croce-angolo piazza Fiera. Nel 1982 il trasferimento in via Belenzani assieme alla sorella Pia che è morta nove anni fa. Fino a quell’anno vi aveva trovato spazio la libreria delle suore di San Paolo.
“Questo lavoro mi ha dato grandi soddisfazioni – racconta – perché aiutare l’uso della mente e consigliando qualche buona lettura ti fa sentire utile. Ho aiutato spesso i bambini perché se li appassioni alla lettura cresceranno più liberi. Oggi i giovani leggono poco, forse perché presi da troppi bottoni, da troppa tecnologia. Io non la demonizzo, la tecnologia, ma si deve farne buon uso, non un abuso”.
Che cosa farà da qui in avanti, signora Benigni? “Tornerò spesso in libreria a vedere come vanno le cose. Perché so che avrò una nostalgia infinita”.I locali della libreria Benigni saranno presi in gestione dall’Associazione degli Editori Trentini. I quali, ça va sans dire, promuoveranno soprattutto l’editoria locale. Un servizio del quale si sentiva la carenza, dopo la chiusura della libreria Disertori (2017), gestita dall’indimenticato Ulisse Marzatico (1928-2013) il quale all’editoria trentina aveva dedicato spazio e passione.
Torna l’albero accanto all’affresco
Ne parlammo giusto un anno fa. C’era un albero, scrivevamo, che sbucava a media altezza sulla facciata di un edificio, molto degradato, in via Santa Croce 22 a Trento (dirimpetto alla libreria “Áncora”). Sorgeva rigoglioso a lato di un affresco del 1933, realizzato da Dario Wolf (1901-1971), bisognoso, come l’edificio, di un radicale restauro. Ai lati di una Madonna con bambino, il pittore frescò la figura di Sant’Antonio abate e del vescovo Vigilio, patrono della città.
Due giorni dopo la segnalazione (era il 10 settembre 2021) quell’albero fu strappato dal muro. Anche perché in quei giorni, a Trento, si correvano i campionati europei di ciclismo.
In questi giorni la pianta è nuovamente cresciuta, riportando l’orologio della cronaca della flora esattamente a dove l’avevamo lasciato. Al mese di settembre di un anno fa. Sincronismo delle coincidenze: anche in questi giorni Trento è città invasa dagli sportivi qui richiamati per il Festival dello Sport.