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    Il maggiordomo della Regina

    Alberto FolgheraiterBy Alberto Folgheraiter9 Settembre 2022Nessun commento6 Minuti di lettura
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    La morte della regina Elisabetta II, a Balmoral in Scozia, ha colto di sorpresa il mondo. Ne scrivono i giornali, le TV inondano il pianeta di immagini e di dichiarazioni. Nel nostro piccolo, la “doccia scozzese” del pomeriggio di giovedì 8 settembre, ha risvegliato dal sonno della memoria la “storia” di quel trentino che fu per 16 anni il maggiordomo della Regina.

    Si chiamava Luigi Povinelli ed era nato a Carisolo nel 1926, l’anno in cui venne al mondo Elisabetta. È morto in val Rendena il 18 gennaio 2017. Ebbene, per sedici anni, a Londra, ha svolto le mansioni di “attendente di palazzo” a Buckingam Palace. Partito ancor giovane dalla natia Carisolo, Gigi Povinelli girovagò al servizio di alcuni nobili italiani, passò al Metropol di Montecarlo per poi finire a Londra.

    Due immagini di Luigi Povinelli da Carisolo che fu maggiordomo a Buckingham Palace a Londra

    Approdò a Buckingham Palace per caso, una “bravata” disse lui, perché aveva scritto, così per provare, una lettera con richiesta di assunzione.

    A differenza del Belpaese dove, se mandi una richiesta di assunzione, bene che vada finisce nel cestino prima che qualcuno la legga e, se va male, ti mandano pure a quel Paese senza degnarti di una risposta, a Londra le cose andarono diversamente.

    Nel giro di qualche giorno, Povinelli fu convocato dal Governatore della Real Casa. Fu un colloquio piuttosto lungo con l’esito sperato dall’emigrante rendenese. Fu assunto nel 1970 e restò a palazzo fino al 1986 quando, compiuti 60 anni, decise di ritirarsi in pensione nella sua valle. Raccontava che la regina, sua coetanea, avesse cercato di farlo restare al proprio servizio. In fondo, le aveva detto, a 60 anni non siamo ancora vecchi. Al che, il maggiordomo Luigi Povinelli aveva replicato: “Sua Maestà non è certo vecchia per essere servita, ma io per servirla, sì”. Tornò in Val Rendena ma ogni anno, fin che l’età glielo ha consentito, prendeva un volo per Londra: Una capatina a Palazzo per salutare qualche amico e, talvolta, un incontro con la “sua” regina. Che ha preceduto nell’aldilà cinque anni fa. 

    Per completare il ritratto di questa figura di emigrato rendenero al servizio di sua Maestà britannica, abbiamo chiesto a Giuliano Beltrami un articolo scritto nel 2003.

    Quel giorno del 2003 in Val Rendena

    Gigi Povinelli. Chi è costui? Oggi, superati i settanta, si gode la pensione a Carisolo, non disdegnando di impegnarsi con vivacità nel volontariato. Ieri… Beh, ieri è stato un emigrato di lusso. Basti citare i lunghi anni fatti a servizio di Buckingham Palace, la reggia d’Inghilterra, apprezzato, anzi apprezzatissimo dalla regina Elisabetta in persona. E qui parte la storia.

    Un tranquillo giorno d’agosto dell’anno di grazia 2003 si presentano in Municipio a Carisolo due distinti signori che chiedono del sindaco. L’impiegato è imbarazzato perché costoro parlano solo francese. “Che faccio?”, si chiede. E si risponde: “Io chiamo il Gigi, che conosce le lingue”.

    Detto fatto, il Gigi arriva ed iniziano le presentazioni. Di fronte ha Ronald Povinelli, sindaco di Allauch, cittadina di ventimila abitanti nei pressi di Marsiglia. Accanto a lui c’è Roger, il fratello, rappresentante di marche rinomate di orologi. Con loro hanno portato la sorella Geneviève, di professione estetista.

    Ma che ci fanno costoro a Carisolo? Lo spiega Ronald. “Ho fatto fare da un impiegato del Comune una ricerca in Internet per risalire alle origini della mia famiglia. Sono risalito a Rotterdam, in Olanda, e a Carisolo. Ora vorrei conoscere il sindaco”. “Come no?”, replica subito Gigi. “Però c’è un guaio: Diego Tisi è in montagna, dove non prende il cellulare”.

    Nessun problema: l’appuntamento viene spostato al mattino successivo, quando Ronald e Diego (primi cittadini) si incontrano. Ronald chiede al suo collega che inviti tutti i Povinelli di Carisolo ad un rinfresco. In mezz’ora si inviano gli inviti per due giorni dopo, al bar Due maggio.

    Nel frattempo i fratelli francesi visitano la zona: vanno in chiesa per deporre i fiori alla Madonna in ricordo del trentesimo anniversario della morte del papà; visitano il cimitero; salgono in val Genova; infine passano da Gigi, che, da persona intraprendente qual è, fa trovare loro una cospicua documentazione sulle origini dei Povinelli.

    “Di sicuro – racconta – troviamo un Povinelli nel 1631, ma c’è un capostipite anche nel 1450. C’è pure la certezza della parentela d’Olanda”, aggiunge, “e per giunta la vostra nonna Maria e la mia nonna Pasquina erano sorelle”. Le pacche sulle spalle si sprecano, inutile sottolinearlo.

    Ma come capitano a Marsiglia i Povinelli? Lo spiega Ronald. “Nostro padre Bernard, nato nel 1905, a trent’anni decide di emigrare alla ricerca di un clima più mite perché soffriva d’asma. Quale clima migliore che quello della Costa Azzurra? Arriva a Nizza, quindi si stabilisce a Marsiglia, dove sposa Giulia, una italiana di origine fiorentina. Poi arriva la tempesta della guerra, che tutto distrugge: case, strade, perfino le parentele.

    Così i Povinelli di Marsiglia perdono ogni contatto con la zia di Rotterdam. Il Povinelli carisolese, dal canto suo, ricorda un episodio che la dice lunga sulla sua intraprendenza. “Nel 1969 sono tornato per la prima volta da Londra in Italia. Ho preso l’aereo per Amsterdam e mi sono fatto arrivare la mia millecento per andare a Rotterdam e poi proseguire per Carisolo. Nella città olandese ho fatto passare il quartiere portuale per trovare i parenti, ma non ho trovato nessuno”.

    Ma torniamo all’incontro di Carisolo. Al rendez-vous del bar “2 maggio” si è presentata un’ottantina di persone e il Gigi si è prodotto in una performance degna delle grandi occasioni: presentatore, interprete, showman… Ci sono stati i discorsi ufficiali. Emozionatissimo, Ronald ha ringraziato per la cordialità e per la simpatia. Poi si è lasciato andare a una battuta: “Alla fine del mandato, dopo 32 anni da sindaco, non ricandiderò. Verrò a fare il sindaco a Carisolo”.

    Diego Tisi non è parso preoccupato. Dopo essersi scusato per non essere un Povinelli, ha offerto agli ospiti un piatto d’argento con lo stemma di Carisolo ed un quadro, sempre d’argento, con la chiesetta di Santo Stefano.

    Anche Gigi Povinelli ha voluto dare il suo omaggio: un biglietto scritto da lui al computer con lo stemma dei Povinelli, sottofirmato da tutti i presenti. Commovente la presentazione ai francesi delle tre cugine carisolesi: Maria Pia, Lauretta e Alfonsa.Roger ha donato orologi al sindaco e ai parenti. Ronald, invece, ha invitato Tisi, Gigi, Giulio (altro Povinelli) a mettere in piedi una delegazione per visitare Allauch. “E comunque – ha concluso – chiunque passi da Marsiglia sarai il benvenuto”.

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    Alberto Folgheraiter
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    Giornalista e scrittore. Negli anni Settanta redattore al settimanale “Vita Trentina”, alla redazione di Trento de “Il Gazzettino”, direttore responsabile di “Radio Dolomiti”. Dal 1979 al 2010 cronista alla redazione di Trento della Rai, poi capostruttura dei programmi (2007-2010); corrispondente dalla regione (1975-1996) del settimanale “Famiglia Cristiana”. Dal 3 novembre 2022 collaboratore fisso del quotidiano "IlT" del Trentino-Alto Adige. Ha pubblicato 27 libri su storia, tradizioni ed etnografia del Trentino-Alto Adige. È socio di Studi Trentini di scienze Storiche. È socio e direttore responsabile di "Judicaria", la rivista dell'omonimo Centro studi di Tione; e direttore responsabile della rivista "Teatro per Idea" della Cofas, la Federazione del teatro amatoriale Trentino.

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