Un gruppo di ragazzi della Valsugana ha dato vita al progetto culturale “Trentino 2060”, una iniziativa di democrazia e di cultura nata nella periferia e lì sedimentata. Promuovono un “Festival del pensiero critico”. Nella notte dell’ignoranza di questo nostro tempo sembra una luce di speranza. Come quel raggio di sole che al mattino squarcia il buio della notte. E illumina e dà senso alla piazza della ragione.
“C’è un grande prato verde dove nascono speranze che si chiamano ragazzi…”. Succede talora che qualche avvenimento richiami alla nostra memoria le canzoni del passato e così è successo nel venire a conoscenza delle attività estive di una giovane (nel senso della propria anagrafe e di quella dei suoi componenti) associazione culturale che opera da qualche anno in Valsugana. Con il progetto “Trentino 2060”, l’associazione culturale “Agorà” promuove infatti un ciclo di incontri, rigorosamente nella propria valle e ciò rappresenta un valore aggiunto, con l’intento di “sostenere lo sviluppo di nuovi strumenti concettuali che aiutino i giovani – e non solo – a essere protagonisti del contesto sociale dove vivono”.
Si tratta di un “Festival del pensiero critico”, diretto da Davide Battisti e pensato, organizzato e promosso da un gruppo di studenti e lavoratori rigorosamente “under 30”; un festival che prova a ritagliarsi qualche spazio di intelligenza nel vasto oceano delle sciocchezze che affollano le calde giornate estive, dove conta solo il vocabolo del disimpegno e del divertimento più effimero.
Per questa edizione “Trentino 2060” intreccia le sue riflessioni attorno alle sfide ed al futuro della democrazia occidentale, offrendo al pubblico di ogni età qualche preziosa bussola per orientarsi nella palude delle incertezze e delle domande irrisolte. Tutelare il sistema democratico, nonostante tutte le sue storture ed imperfezioni, è quindi l’obiettivo di un ragionamento che conduce in Valsugana figure di intellettuali prestigiosi come il giudice Gherardo Colombo, lo scrittore Paolo Rumiz e l’economista Lucrezia Reichlin. La scaletta degli appuntamenti parte con giovedì 14 e si prolunga poi fino a domenica 17 luglio, con un ulteriore coda giovedì 21 quando piazza Degasperi, a Borgo Valsugana, ospiterà lo spettacolo teatrale di Paolo Rumiz “Canto per l’Europa”, con la regia di Franco Però.
Una fitta serie di incontri, dibattiti e dialoghi per dire anche della vitalità delle nostre periferie, che non sono solo quelle del turismo di massa o della sanità esasperata, ma anche – e forse soprattutto – quelle del pensare come arte difficile per il governo del domani; quelle dell’impegno come sentimento di un’etica pubblica necessaria; quelle, infine, di realtà giovanili in fermento e ricche di suggestioni ed entusiasmi.
Ecco perché diventa importante seguire le attività di “Agorà”, nella convinzione che proprio attraverso il recupero della dimensione della “piazza democratica”, dove possono albergare opinioni diverse ma tutte concorrenti a costruire un modello nuovo di partecipazione, si può immaginare un domani diverso da quello preconfezionato dai populismi e dalle stanche leadership divisive e manichee che hanno assillato questo primo ventennio del XIX secolo.
A Borgo Valsugana qualcosa sta rimettendo in moto il senso di appartenenza ad una comunità che non è quella ristretta della propria valle, ma quella più ampia e ben più importante della democrazia, della cultura e del dialogo, per arrivare insieme al traguardo di “Trentino 2060”.