All’inizio di quest’anno 2022, il 5 gennaio scorso, moriva a Padova il professor Enrico Berti (1935-2022), docente emerito di quella università, insigne professore di storia della filosofia, uno dei più grandi studiosi al mondo di pensiero antico e in particolare di quello aristotelico. Lo ricorda, con l’affetto dell’allievo, il prete-filosofo trentino Marcello Farina.
Persona dal tratto gentile, sempre disponibile al dialogo egli ha formato allieve e allievi che ancora disseminano il suo pensiero nelle università di tutto il mondo. Dotato di una chiarezza adamantina nell’affrontare le tematiche della storia del pensiero, Enrico Berti si è dedicato a mettere a confronto la filosofia antica con quella contemporanea, soprattutto sui grandi temi della metafisica, della scienza, dell’etica, della politica, nel tentativo di offrire la ricchezza e la bellezza della riflessione umana dentro la sua storia millenaria straordinaria, dentro essa, è stata come si è ricordato sopra, la ricerca su Aristotele (384-322 a.C.) di cui è, a tutt’oggi uno dei massimi conoscitori e interpreti. Delle sue pubblicazioni più recenti, in particolare, si possono citare “La ricerca della verità in filosofia” (Studium, 2014); “In principio era la meraviglia. Le grandi questioni della filosofia antica” (Laterza, 2007); “Invito alla filosofia” (La Scuola, 2011).
Resta sempre “modernissimo” il suo “profilo di Aristotele” (1979).A Enrico Berti devo anche la mia riconoscenza personale per avermi accompagnato con grande disponibilità e amicizia al compimento degli studi filosofici con una tesi di laurea intitolata “Sören Kierkegaard interprete di Hegel”.