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    Villaggi&Paesi

    Comano: lo stemma del cardinale

    La scoperta di un affresco con lo stemma del cardinale Ludovico Madruzzo (1532-1600) a Comano consente una riflessione sul tempo che stiamo vivendo. L’affresco è affiorato la scorsa estate, nel corso di lavori di ristrutturazione a Comano (comune di Comano Terme) della casa colonica di Mario Tonina, vicepresidente della giunta provinciale di Trento. La data, il 1578, si desume dalla citazione esistente sulla stessa facciata, già restaurata una decina d’anni fa. Proprio quell’anno, nella seconda metà del XVI secolo, a Comano fu fondato uno dei primi Banchi di pietà operanti nel territorio del principato tridentino. Coincidente con l’avvio della visita pastorale del cardinale Ludovico Madruzzo, così come disposto dal principe e vescovo Bernardo Clesio (1485-1539).
    Graziano RiccadonnaBy Graziano Riccadonna25 Aprile 2021Nessun commento3 Minuti di lettura
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    Cardinale nel 1561, Ludovico succede (1567) sulla cattedra di san Vigilio a Trento dopo la rinuncia del vescovado da parte dello zio Cristoforo Madruzzo (1512-1578). Tiene stretti rapporti con il vescovado dove introduce le novità del concilio di Trento (1545-1563). Comano si trova sulla via che dalle Giudicarie, attraverso l’ardita mulattiera del passo della Morte sopra le forre del Limarò conduce a Sarche e da qui a Trento.

    La scoperta dell’affresco è stata del tutto casuale. Nel corso dei lavori di ristrutturazione della casa colonica (diretti dal geom. Pierluigi Dalponte) Ornella, la moglie del vicepresidente provinciale, si è accorta di una chiazza rossa affiorante sulla facciata, appena sotto la dicitura della via Baratieri. Si trattava del cappello rosso sovrastante lo stemma cardinalizio di Lodovico. Informata la Soprintendenza provinciale, è apparso chiaro il valore dell’affresco parietale sulla facciata dell’edificio lungo la strada che sale al passo della Morte.

    L’affresco dell’emblema cardinalizio di Lodovico è posto sulla casa che potrebbe essere appartenuta a qualche dignitario oppure famiglia nobile legata all’entourage madruzziano: si parla per Comano di famiglie altolocate riunite nella “macinata” dei nobili cui allude anche Aldo Gorfer (Le Terme di Comano nelle Giudicarie esteriori, 1976) una specie di consorteria di nobili per il controllo sul territorio.

    Lo stesso vicepresidente Mario Tonina si è detto lieto della scoperta, attivando subito i necessari restauri dell’opera, non appena tolta la rimanente parte del barbacane sotto cui è comparso l’affresco cinquecentesco: “L’opera pittorica dà lustro non solo a Comano ma anche alle Giudicarie perché dimostra i molteplici legami tra le famiglie locali e la sede trentina in modo raffinato ed elegante, nel significato di protezione…”. La restauratrice Arianna Pedrini, ha riportato l’affresco all’originario aspetto coloristico.

    Ma il ritrovamento si presta a una riflessione sui tempi che stiamo attraversando. Sempre nei momenti “critici” quello che accade assume un valore particolare, quasi da “oracolo” parlante. Allora il ritrovamento di un’opera nascosta a lungo sotto uno strato di malta ad uso barbacane di supporto alle pareti, può assumere un ruolo apotropaico, nel senso che può servire ad allontanare o ad annullare un influsso magico maligno, alla stregua delle tavolette peruviane con rilievi e con iscrizioni magiche e di gioielli a forma di mano che si trovano in molti sepolcri antichi.Apotropaico è ciò che serve ad allontanare, dal greco ἀποτρόπαιος «che allontana». In questo periodo abbiamo bisogno di allontanare la pandemia che ci attanaglia.  Così la scoperta in questo momento può assumere un valore aggiunto, nel senso che ci aiuta ad allontanare le paure ancestrali del morbo. Ilsignificato psicologico di prendere le distanze da qualcosa, in modo conscio o inconscio, obbedisce al meccanismo di fuga dal pericolo, più o meno immediato, che tutti stiamo correndo, vaccinati o non vaccinati.

    Ludovico Madruzzo cardinale
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    Graziano Riccadonna

    Graziano Riccadonna (1946), docente di italiano e latino nei licei (Riva del Garda), giornalista pubblicista (1977), collaboratore di giornali e riviste, è direttore di “Judicaria”, il trimestrale dell’omonimo Centro Studi del quale è stato presidente dal 2005 al 2020. Ha pubblicato libri di storia e cultura.

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