Più che “calor”, che in latino significa “sospeso”, qui c’è un “calàr”, che in italiano vuol dire “discendere”. Tutto cala quaggiù. Quando non crolla, come la cima Falkner nel gruppo di Brenta. E il Golem, con rassegnazione, cala una carta dal mazzo dell’indignazione.
Calan le nascite e le vocazioni; le vendite e le pensioni. Cala il reddito familiare e le poche ferie al mare. Cala il tenore di vita e il fior di margherita; calan perfino i calzoni e calan, infin, anche i… marroni.
L’unica cosa che sembra non calare mai è l’ostinazione. Soprattutto quella di coloro per i quali, in Trentino, non cala nulla.
Eppure a me, che sono un povero mostro d’argilla e non posseggo il ben di certo intelletto, risulta che l’economia stia calando da tempo; che sempre più famiglie stiano calando nelle difficoltà; che il “bonus terzo figlio” non cala, ma quello per il primo non esiste. Tutto cala quaggiù insomma, tranne la cecità elevata a sistema di governo.
Mentre gli indicatori indicano un calante futuro, il competente assessore dice che il Trentino è all’avanguardia nella crescita. E se non ci credete, ecco l’ineffabile presidente della Provincia dichiarare pubblicamente che i dati ISPAT sono più attendibili dei dati ISTAT, se non altro perché sono nostri. Poi si scopre che i dati ISPAT dicono all’incirca ciò che dicono i dati ISTAT e in questa festa di affermazioni e smentite, il calo generale è assicurato.
Una desolante luna calante, sopra una bassa marea continua.
Eppure spunta però qualche crescita che si impone e lascia ben sperare. Per esempio, quella dell’ICEF, come sostiene il sindacato che ha fatto i conti. Ma il sempre competente assessore, che continua anche lui a fare i conti, dice che non è vero e tutto si risolve in polemica.
Nel calo generale, anche la speranza viene meno. Comunque buona “Feriae Augusti” anche alla battaglia per il PIL fatta dall’ISPAT che non ascolta l’ISTAT per non far FLOP e perdere il PEL. Buon Ferragosto a tutti.
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