Regalo di Natale per Marzio Maccani, il dirigente della Polizia Amministrativa della Provincia autonoma di Trento ripetutamente allontanato dal suo incarico dalla giunta Fugatti perché aveva sollevato dubbi sulla sicurezza dell’area di San Vincenzo destinata al concerto di Vasco Rossi del 20 maggio scorso. Per la quarta volta consecutiva, la magistratura del lavoro ha dato ragione al dott. Maccani, ha disposto il suo reintegro nell’incarico e condannato la Provincia al pagamento delle spese processuali (complessivamente circa 30 mila euro).
Con una battuta si potrebbe dire che il diktat fugattiano “via Maccani” da dirigente della polizia amministrativa si sta trasformando in “largo a Maccani” visto che il giudice Flaim ha disposto il rientro immediato del dirigente nel suo ufficio e nel suo ruolo. L’ultima sentenza avversa alla Provincia è legata alla decisione del giugno scorso quando, dopo una precedente disposizione della magistratura, al dott. Maccani (difeso dall’avv. Lorenzo Eccher) era stato restituito l’incarico di dirigente della polizia amministrativa, salvo levargli la poltrona un minuto dopo e destinarlo ad altro ruolo. Uno sberleffo nei confronti del dirigente e della stessa magistratura del lavoro.
Ha dichiarato a iltrentinonuovo.it Marzio Maccani: “Di fronte a questa ennesima decisione del giudice, il presidente Fugatti e il direttore generale della Provincia, Nicoletti, dovrebbero dimettersi. Per la vergogna. Perché mi avevano reintegrato per ordine del giudice e un minuto dopo mi hanno cacciato. Anche questo provvedimento è stato giudicato illegittimo, con condanna alle spese”.
Che cosa dovrebbero fare a questo punto Fugatti e dirigente?
“Dovrebbero chiedermi scusa e presentare le proprie dimissioni. Dopo che mi hanno mandato via dicendo che ero un incapace, incapace a svolgere funzioni dirigenziali, nonostante i miei 36 anni di onorato servizio alla Provincia autonoma di Trento, ho fatto ricorso ed ho vinto. C’era l’ordine del magistrato di reintegrarmi, non lo hanno fatto; hanno presentato reclamo e questo non sospendeva l’esecuzione e hanno mantenuto ugualmente la mancata esecuzione; hanno presentato un ulteriore reclamo a tre giudici ed hanno perso con la condanna alle spese. Quando sono stati costretti per forza a reintegrarmi lo hanno fatto e subito dopo mi hanno tolto l’incarico con un altro motivo rispetto al precedente. Il provvedimento di oggi dice che anche questa revoca è totalmente illegittima. La cosa grave è che hanno adottato un provvedimento illegittimo motivato sulle norme anticorruzione”.
Le era stato proposto qualche altro incarico se lei avesse rinunciato a proseguire la sua battaglia nelle aule giudiziarie?
“Due giorni prima dell’ultima udienza è arrivata una lettera al mio avvocato, Lorenzo Eccher, da parte della Provincia. Se avessi rinunciato al ricorso mi proponevano la promozione dalla terza alla prima fascia dirigenziale”.
Scusi, ma non era stato giudicato incapace di fare il dirigente?
“Appunto. Ho risposto di no, perché la dignità viene prima di tutto. A quel punto hanno formulato una seconda proposta: lei diventa dirigente di prima fascia e ci accolliamo tutte le spese. Altra risposta da parte mia: no, grazie. Il giorno dell’udienza è venuto direttamente da me l’avvocato della Provincia proponendomi esplicitamente la carica di vicedirettore di Trentino Riscossioni Spa, con ulteriori deleghe”.
Ma come? Anche in questo caso dirigente di alto livello uno che era stato giudicato incapace e che negli atti presentati al giudice del lavoro era stato ritenuto inadeguato?
“Infatti, anche a questa offerta ho detto di no. Quarta proposta: sospendiamo l’udienza (eravamo davanti all’ufficio del magistrato). “Alla Provincia interessa che lei non rientri alla Polizia amministrativa. Se rinuncia ai ricorsi vediamo di trovare qualche altra soluzione”.
Che accadrà a questo punto?
“Non sono in vendita. Non sono disposto a perdere la faccia e la mia dignità: che non ha prezzo. Difendo la mia professionalità e con essa la dignità di coloro che lavorano in Provincia i quali, da oggi, forse, potranno fare il loro mestiere con un minimo di serenità”.
Come valuta l’intera vicenda?
“Questa gente crede di poter fare quello che gli pare, con prepotenza e arroganza”.