Palle, pallettoni, pallini e Pacche(r) sulle spalle. E poiché i voti sono come le brise (se non le prendi tu, le tira su qualcun altro) o, se volete, come i fringuelli (chi primo spara, primo spera in un bottino… elettorale), il nostro Obelix n. 2 guarda all’urna passando dal carniere. Che sia una cesta di “brise” (2 chili parevano pochi) o uno stormo di fringuelli (piccolo uccello passeriforme della famiglia Fringillidae, del peso di 21 grammi) poco importa. E il Golem tesse le lodi dell’uccellatore.
La Valsugana è terra di giganti. Molti sono entrati nella storia: Alcide Degasperi, Eugenio Prati e poi Tullio Garbari, Clorinda Menguzzato, Ancilla Marighetto, Iginio Rogger e altri ancora, ai quali gli eventi hanno donato gloria imperitura. Altri giganti sono usciti dalla natura, come il compianto Erminio Boso e il suo “erede” Roberto Paccher, ai quali la generosità della genetica ha donato fisici imponenti e un altrettanto gigantesco impegno per il bene del Trentino.
Proprio Roberto “l’erede” torreggia nel suo quotidiano sforzo innovatore, sulle tracce di suoi illustri omonimi quali Roberto duca di Normandia, Roberto d’Angiò re di Napoli, Roberto il Guiscardo conte di Puglia e di Calabria, Roberto Mancini il calciatore, Roberto Benigni l’attore e, soprattutto, Roberto Bolle il ballerino classico, del quale il levicense ha alcune somiglianze, seppur nascoste.
Dell’ “erede”, di recente, abbiamo apprezzato l’infaticabile opera che ha permesso di far inserire e approvare due innovazioni di epocale rilevanza per l’autonomia speciale e per l’ambiente, come ci ha ricordato lui stesso in un suo grazioso articolo, steso in un eccesso di modestia e apparso sulla stampa locale nei giorni scorsi.
Da troppo tempo si avvertiva infatti la vastità di un vuoto normativo enorme ed è per tale ragione che la coraggiosa azione messa in campo dal Roberto valsuganotto, con sprezzo del pericolo e con erculea forza di persuasione, appare ancor più preziosa ed irrinunciabile. Con un impegno costante ed in raccordo con il territorio ed i suoi attori, è riuscito in un intento, avvertito anzitutto come impegno morale verso l’ambiente meraviglioso di questa terra: il passaggio dall’avvilente limite di due chili, nella raccolta micologica quotidiana, al fasto dei tre chili. Ma non basta. Nel pieno del vigore intellettuale egli si è speso oltre ogni umano confine, per la riapertura, nobile attività ricreativa, della caccia al fringuello, pennuto che affligge queste valli con il suo fischiettìo prolungato e sempre allegro, soprattutto quando, come adesso, non c’è nulla per cui fischiettare (e molto da fischiare).
Altro che sanità allo sfascio; problemi abitativi infiniti; scuola e cultura ridotti in briciole; accoglienza da trogloditi e sviluppo in ritardo. Questo è il Trentino che guarda avanti e che si riconosce in una parola d’ordine “unica, granitica, indefettibile e inossidabile”: polenta, osèi e fonghi! (Occhio a quelli allucinogeni).
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