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    Home»Libri&riviste»Il “Papaleoni” a Gianni Poletti (alla memoria)
    Libri&riviste

    Il “Papaleoni” a Gianni Poletti (alla memoria)

    redazioneBy redazione27 Agosto 2023Nessun commento7 Minuti di lettura
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    Un’associazione culturale (“Judicaria”), un premio letterario (“Papaleoni”), un paese (Daone) a guardia di una valle selvaggia e suggestiva. Ogni tre anni, da quarant’anni, alla fine dell’estate si riaccendono i riflettori della cultura e della cronaca (culturale) sulla figura di un illustre figlio della val di Daone, Giuseppe Papaoleoni. L’ultima edizione del premio, la 14a, si è tenuta sabato 26 agosto 2023 nel salone di villa de Biasi a Daone. 

    Papaleoni, chi era costui? Come nel capitolo 8° dei “Promessi Sposi”, chissà quanti “don Abbondio” rumineranno tra sé non già sullo sconosciuto filosofo greco Carneade, quanto sul personaggio al quale è dedicato un premio letterario. Istituito nel 1983, a quarant’anni dalla morte, proprio per togliere Giuseppe Papaleoni dall’oblio della storia giudicariese, come ebbe l’intuizione Silvia Marchiori Scalfi (1927-1986) la quale propose l’iniziativa.

    Lo ha ricordato Danilo Mussi, presidente di “Judicaria”, l’associazione culturale e centro studi sorti nel 1982 e che abbracciano la “Judicaria Summa Laganensis”, l’antico territorio romano che comprende l’alto Garda, la val di Ledro, la val Vestino, la valle del Chiese, le valli Giudicarie (Busa di Tione, Bleggio, Lomaso e Banale) e la Val Rendena.

    Silvia Marchiori Scalfi, ha rammentato Mussi, aveva due obiettivi: “Creare uno strumento stimolante per incentivare, soprattutto nei giovani, l’attività di ricerca storica, utilizzando le numerose fonti documentaristiche di cui gli archivi comunali e parrocchiali sono particolarmente ricchi e che ora si presentano finalmente riordinati e dotati di tecnologie avanzate in grado di facilitare ed accelerare l’accesso alla documentazione stessa. Il secondo obiettivo, diretta conseguenza del primo, arricchire e completare la storiografia locale con studi e approfondimenti contro la diffusa superficialità di quella storia che dimentica e trascura colpevolmente le vicende sociali, economiche e culturali che oltretutto costituiscono la fase propedeutica per la conoscenza della Grande Storia, secondo un percorso metodologico scientificamente corretto e universalmente accettato”.

    E dunque, Giuseppe Papaleoni, chi era costui?

    Nato il 18 agosto 1863, 160 anni fa, morì ottantenne a Piano di Sorrento il 22 febbraio 1943. Frequentati i primi tre anni di studi secondari a Cremona si trasferì al liceo “Prati” di Trento dove conseguì la maturità nel 1882. Giuseppe Papaleoni si iscrisse quindi alla facoltà di Lettere del Regio Istituto di studi Superiori, a Firenze. Vi conseguì la laurea in archivistica e paleografia nel 1885. Lavorò quindi all’archivio di Stato di Firenze e a quello di Massa Carrara. Nel 1890 ottenne la cattedra di Storia e Geografia a Messina, in Sicilia. Da qui si trasferì a Napoli dove occupò la cattedra nella medesima materia. Dopo aver fatto parte, per tre anni, della “giuria per l’istruzione media”, a Roma, e al Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, nel novembre del 1918 tornò a Trento dove operò come Provveditore agli studi per la Venezia Tridentina. Ritornerà, infine, a Napoli per ricoprire l’incarico di direttore dell’Istituto magistrale Froebeliano che mantenne fino al 1933, quando fu collocato in pensione. Giuseppe Papaleoni morì a Piano di Sorrento nel 1943 ma i suoi resti mortali furono traslati dal cimitero di Poggioreale a Napoli. 

    Nonostante una vita intensa e i numerosi spostamenti di sede, Giuseppe Papaleoni “ebbe modo di dedicare molti dei suoi studi alla natia valle del Chiese e alle Giudicarie, terre alle quali rimase sempre profondamente legato. Tutte le sue opere furono raccolte e pubblicate in cinque volumi da “Il Chiese”. Si ricordano, in particolare, gli studi su “Condino e le sue chiese”; quelli sui Lodron; sulle antiche carte della valle del Chiese e gli studi sugli ordinamenti statutari delle Giudicarie. La sua opera fu rievocata in un volume di Antonio di Seclì, edito dal Centro studi Judicaria e titolato “Giuseppe Papaleoni (1863-1943) storico delle Giudicarie. Contributo biografico e bibliografico con un’aggiunta di lettere inedite.”

    La prima edizione del premio, che è a cadenza triennale, si tenne a Daone il 18 agosto 1984 e fu vinta ex aequo da A. di Seclì e P. Pizzini. Per la narrativa ottennero un “premio speciale” R. Francescotti e G. Beltrami. Per la saggistica la seconda edizione (1987) fu vinta da P. Pizzini; la terza (1990) da Mauro Grazioli.

    Sulla rivista “Judicaria” (1993) si scriveva: “Al momento di indire la quarta edizione del premio intitolato allo storico giudicariese, gli Enti promotori, la biblioteca comunale di Tione ed il centro studi Judicaria, auspicano che esso continui a costituire quello strumento di crescita culturale per la gente del territorio Giudicariense così come era stato prefigurato dalla felice intuizione della indimenticata Silvia Marchiori Scalfi. L’intento che ha mosso l’iniziativa è indubbiamente lodevole ma è altrettanto ambizioso poiché, come tutte le iniziative che intendono incidere nel tessuto culturale di una comunità in modo pregnante, necessita di tempi lunghi o comunque tali da poter acquisire gradualmente spazio, consenso, prestigio e partecipazione attiva. Comunque la volontà costante dei promotori ed il supporto delle collaborazioni consentono di garantire la progressiva maturazione del premio Papaleoni che periodicamente valorizza e divulga la produzione culturale”.

    L’edizione n. 14 ha visto protagonisti scrittori, appassionati di storia, studenti universitari e dei licei, fino agli allievi della scuola primaria. Per ognuna delle sezioni nelle quali è declinato il premio, la giuria (Loreta Failoni, Lorenzo Cazzolli, Diego Quaglioni, Florence Marty, Annely Zeni, Reinhard Christanell, Alberto Folgheraiter) ha esaminato le opere presentate e deciso quanto segue:

    Per la saggistica, primo premio (1.500 euro) a Gianni Poletti (1939-2023) per l’opera “Nostalgie, cartoline autobiografiche del mio Medioevo. Testimonianze storiche”. La figura di Gianni Plletti è stata rievocata dal giornalista e scrittore Giuliano Beltrami, “compagno di banco” di Poletti sugli scranni del consiglio comunale di Storo. Il premio, alla memoria, è stato ritirato dal figlio Stefano poiché Gianni Poletti, per 25 anni preside della scuola media di Storo, è morto il 10 marzo 2023.

    Il testo di Gianni Poletti sarà pubblicato, probabilmente il prossimo anno, da “Judicaria” perché la giuria del premio “Papaleoni” lo ritiene “opera fondamentale di storia della civiltà contadina da divulgare almeno nelle scuole della Judicaria.

    Segnalato, inoltre, il lavoro di Antonio Silvi su “I medici Corradi di Daone”.

    Per la narrativa, primo premio (1.500 euro) a Lorenzo Martinelli con il romanzo: “La scomparsa della comparsa”, un giallo-noir, filone sul quale l’autore si è già cimentato con successo in precedenti edizioni del premio. 

    Due le segnalazioni: Nicola Cozzio con il romanzo “La pecora blu e il microchip”; Gianpaolo Antolinicon il romanzo “Una rosa per Manuela”.

    Per la sezione “tesi di laurea”, il premio di 900 euro è stato diviso ed assegnato ex-aequo a due laureate in Giurisprudenza: Marilisa Beltrami con la tesi magistrale dal titolo “La realtà delle malghe e il legame con lo sviluppo turistico nel contesto del Trentino occidentale”; Arianna Maturi con “Le Carte di Regola di Pinzolo e Baldino e prima età moderna”.

    Per la sezione produzione scolastica, la giuria ha assegnato il premio di 500 euro (per l’acquisto di materiale didattico) alla Scuola primaria di Carisolo per la ricerca “Ape Ada – Alla scoperta del meraviglioso mondo delle api”.

    Un secondo premio di 500 euro è stato assegnato alla scuola di secondo grado (classi 2TA, 3TRA, 3TRB) dell’Istituto di Istruzione Lorenzo Guetti di Tione per la ricerca di progetto “Partire, Stare, Tornare – Architetture di paesaggio”.

    Per la sezione didattica musicale, dedicata al maestro Basilio Mosca (1925-2013), a lungo presidente del centro studi Judicaria, le componenti la giuria Annely Zeni e Florence Marty (docenti di musica) non hanno ritenuto di assegnare il primo premio. Hanno invece segnalato la tesi di Alessandra Luchetti dal titolo “La creatività nella relazione insegnamento-apprendimento. Dalle teorie alle metodologie, alle prassi educativo-musicali”.

    “Il Centro studi Judicaria è stato istituito nel 1982 per iniziativa dei Consorzi dei Comuni B.I.M. Sarca-Mincio-Garda di Tione e Chiese di Condino. Judicaria raccoglie, salvaguarda, valorizza gli elementi e l’insieme degli aspetti sociali ed umani che rappresentano la storia delle Giudicarie, con la costituzione di un centro di raccolta, di ricerca, di studio, di conservazione e di diffusione delle tradizioni e del patrimonio culturale locale.”

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