Ritorno alla terra. Il lutto e la speranza. La ricerca di un senso, oltre la soglia del tempo. Le mille domande, le mancate risposte. C’è tutto questo in ciascuno di noi quando è costretto a misurarsi con la morte di un congiunto, di un amico, di un collega. Un intreccio di sentimenti. C’è stato un funerale, uno dei tanti, in questi giorni. Intenso e partecipato come pochi, quello che ha accompagnato nell’ultimo frammento di viaggio Graziano Villotti (1952-2025), un medico che si è speso per la propria comunità, per la propria valle (la val di Cembra), per chi chiedeva a ogni ora del giorno e della notte un aiuto, un consiglio. La sua morte è stata un lutto collettivo, occasione per riflettere sull’importanza del dono, della solidarietà, dell’amicizia. Cristina, la figlia del medico, ha scritto una lettera a suo papà. Non scontata, non retorica. Pennellate d’amore che superano i confini del privato per diventare messaggio condiviso.
Sei nato qui a Segonzano e, come ci hai raccontato tu e la nonna Anna, siete sopravvissuti per miracolo grazie alle trasfusioni di sangue dei paesani. Forse è questo primo gesto di generosità che ti ha messo proprio nel sangue l’amore per gli altri.
Sei cresciuto in paese nella semplicità: tra campi, strade lastricate, piazze, scuola, catechismo e la segheria. Poi hai proseguito gli studi a Rovereto e a Bologna. Hai sempre amato studiare e leggere e hai saputo adoperare la tua cultura a servizio della vita. Hai condiviso e comunicato, insegnato, seminato, coltivato ciò che avevi imparato. E ti sei sempre messo dalla parte dei più deboli. Era bellissimo ascoltarti e parlare con te, perché non hai mai giudicato.
Fatico ad immaginarti militare, ma hai fatto anche questo e sei stato orgogliosamente alpino.
Hai conosciuto la mamma e da questo incontro siamo nati noi. Non c’è mai stato niente di abituale a casa: non una routine, né un orario, né una colazione o cena da Mulino Bianco; ma c’è sempre stato tanto amore e una porta aperta per tutti.
Tante volte avrei voluto averti di più con me, con noi, ma non si poteva fermarti; sempre con il telefono acceso, con la macchina piena di qualsiasi cosa, con la testa altrove. Hai risposto alla tua missione con tutto te stesso e la “mia famiglia” non eravamo solo noi, ma tutta la Valle. Ciò che ha fatto lo hai fatto non solo per gli altri ma anche con gli altri. Prima di tutto con l’aiuto di Dio, che ti ha dato una grande luce per distinguere, scegliere il Bene e seguire la tua strada. La mamma con grande rispetto e altrettanta generosità ti ha amato lasciandoti libero.
L’impegno e la costanza costano, ma hanno riempito la tua e la nostra vita di senso. Il dott. Virdia è stato tuo complice fedele e tuo grandissimo amico. Tutti i volontari e amici che ti hanno a loro volta seguito ti hanno permesso di costruire qualcosa di meraviglioso e ora coltivano quanto hai seminato.
Ti piaceva ballare, raccontare barzellette, mangiare in compagnia, confrontarti e sognare; avevi sempre un progetto, tanto che sarebbero servite due vite. Una è troppo poco.
Sei stato medico e sindaco, ma più di tutto un grande uomo. Grande perché hai avuto una visione del mondo che andava oltre. Oltre i problemi, oltre le difficoltà, le differenze, i pregiudizi, la sfortuna; come se avessi visto tutto dalla spalla di un gigante. Hai visto oltre la tua malattia. Più il tuo corpo veniva piegato e umiliato dal male, più cresceva la tua forza interiore e la dignità con cui hai sopportato tutto. Sei stato assistito e coccolato da Elisa e da tutti gli operatori e sanitari sul territorio con grande professionalità.
Ho guardato tante volte il volto di Cristo dipinto dallo zio sopra il tuo letto e mi chiedevo: perché? Lo sguardo di Cristo è oltre, rimanda al cuore. Non c’è risposta che segua una ragione, non si può aggiustare il dolore, né contenere una tempesta, né trovare soluzione, ma il dolore ha un valore.
Resta un mistero, la morte. Resta una grande opportunità, la vita. Ciò che resta è l’Amore, un Amore che non muore; perché l’Amore non muore mai, si trasforma. L’Amore vive nell’Eternità. Ti prego Signore, hai tenuto per mano papà durante la sua vita su questa terra, ora abbraccialo e in Te ritorni libero e pieno di gioia. Grazie per tutto questo Amore.
Cristina