Da due mesi, a Grauno, villaggio di appena 120 anime, nel comune di Altavalle nell’alta valle di Cembra, ha riaperto l’osteria del Grillo. Un locale pubblico, ricavato nel fabbricato dell’ex municipio, gestito da due cooperative sociali per fermare l’emorragia e l’esodo di una comunità che si è andata sfarinando negli ultimi decenni. Ma anche, e forse soprattutto, per dare lavoro a una dozzina di giovani della valle con lieve disabilità cognitiva o fisica.
Giorgia Pojer, una delle tre dei quattro educatori, racconta che il progetto è stato proposto da due cooperative sociali (Le Raìs di Predazzo e CS4 di Pergine) e che si avvale del fondamentale apporto della Comunità della Valle di Cembra.
La cooperativa Le Rais (le radici) è stata fondata nel gennaio 2018 da un gruppo di psicologi ed educatori “per dare risposte innovative ad alcuni bisogni sociali ed educativi presenti nelle valli di Fiemme e di Fassa”. Tra gli obiettivi: l’accompagnamento di persone fragili verso il mondo del lavoro. In particolare, scrivono, “abbiamo scelto di investire sul turismo. Viviamo in un ambiente meraviglioso, non potevamo fare altrimenti”. Infatti, la cooperativa “Le Raìs” ha in gestione una casa per ferie a San Jean di Fassa e un convitto a Cavalese per i ragazzi che frequentano l’ENAIP a Tesero. La struttura, ricavata all’interno dell’albergo “Stella” di Cavalese ha a disposizione 23 posti letto. Il trasferimento da e per l’istituto Enaip di Tesero è assicurato da Trentino Trasporti.
La cooperativa CS4, sorta nel 1968 a Pergine Valsugana, promuove “progetti che favoriscano l’inclusione sociale nella comunità cercando spazi di collaborazione dove la persona con disabilità possa sentirsi valorizzata ed essere una risorsa per gli altri”.
Ed è ciò che si sta facendo a Grauno. La ristorazione gestita nell’ottica di valorizzazione delle persone con disabilità vanta esempi di grande richiamo: dal ristorante in Trastevere a Roma, gestito dalla Comunità di Sant’Egidio, ad altri locali pubblici di inclusione sociale dalla Toscana al Friuli, per finire al “Mas del Gnac” di Isera, dove si macina il frumento a pietra per farne il pane della comunità.
L’osteria del Grillo di Grauno ha allargato la propria funzione sociale con l’apertura del bar dalle 8.15 alle 16.30, dal lunedì al venerdì, e con l’apertura serale il venerdì e il sabato quando, al pranzo della settimana, si affianca anche un aperi-cena con sei portate abbinate ai vini della val di Cembra.
Il locale pubblico, in alto, accanto alla chiesa di San Martino, sotto il dosso del Castelét, è l’ultimo baluardo di socialità in un villaggio di grande fascino. Non foss’altro che per il tradizionale carnevale cembrano, con il pino che brucia, la notte del martedì grasso, al cospetto della valle.
Popolato attorno alla metà del XVII secolo, Gràuno (con l’accento sulla à) arrivò a contare più di 600 abitanti. La popolazione viveva dei piccoli appezzamenti di terra, ricavati a gradoni fin sul fondovalle dell’Avisio. L’emigrazione stagionale era diretta alla piana dell’Adige, lungo la mulattiera dei Pradi Larghi che scavalcava la montagna. La “strada dei Gràuneri” che menava a Salorno, Laghetti e Magrè, era percorsa per la semina e per il raccolto. Numerose famiglie della Bassa Atesina portano oggi i cognomi dell’Alta valle di Cembra.
Qualche oriundo torna d’estate a riaprire la vecchia casa di famiglia. Grazie ad un’accorta gestione del piccolo comune, prima della fusione con gli altri che formano Altavalle (Grumes, Valda e Faver), le abitazioni di Grùno sembrano tutte nuove. Il “bonus facciate” qui fu introdotto ben prima delle provvidenze statali degli ultimi anni. Fu il tentativo dell’amministrazione comunale per fermare l’esodo. La popolazione, tuttavia, si è ridotta al lumicino. Il negozio di generi alimentari ha chiuso un anno fa.
“Adesso – racconta Giorgia Pojer – in accordo con la cooperativa di Grumes, potremo assicurare la consegna della spesa a quelle persone, soprattutto anziane, che non hanno la possibilità di rifornirsi lontano da casa. Analogo progetto riguarda la consegna dei farmaci, grazie alla collaborazione tra il medico di base di qui e la farmacia San Rocco di Cembra”.
E mentre Giorgia Pojer racconta, Andrea, uno dei giovani impegnati nel servizio, porta in tavola i bicchieri col vino d’annata e i piatti sfornati dalla cucina.
Nella notte dell’alta val di Cembra il sorriso di Andrea illumina l’erta via che conduce all’osteria del Grillo.