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    I tempi della cronaca

    Suor Rosetta tra i profughi in Moldavia

    Alberto FolgheraiterBy Alberto Folgheraiter3 Maggio 2022Nessun commento4 Minuti di lettura
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    È tornata a casa per qualche giorno, a Teaio di Segonzano, la suora trentina impegnata ad accogliere i profughi dell’Ucraina. Rosetta Benedetti (1950) è la responsabile dei due centri di accoglienza allestiti a Chisināu, in Moldavia, dove lavora da tredici anni. In precedenza, per 17 anni, ha fatto la “missionaria” in Romania. 

    “Sono qui per qualche settimana – rivela a iltrentinonuovo.it – perché devo partecipare a tre corsi di formazione. Tornerò al mio posto di servizio, nella capitale della Moldavia, ai primi di giugno”. Prima della guerra di Putin e dell’invasione dell’Ucraina, la suora di Teaio di Segonzano si occupava di persone anziane indigenti e di bambini con problemi. Alle une e agli altri assicurava un pasto caldo o una scorta mensile di derrate alimentari. Lo ha potuto fare per anni, grazie anche al regolare supporto dei volontari di “Stella Bianca” (associazione di solidarietà e di pronto intervento sanitario, diffusa in tutta la val di Cembra) e alle donazioni di altri gruppi italiani e svizzeri. Con la fuga di centinaia di migliaia di profughi dall’Ucraina, i due centri gestiti da tre suore e vari collaboratori, sono stati riconvertiti nell’emergenza. 

    Suor Rosetta Benedetti con la sorella Angelina nell’abitazione di Teaio a Segonzano

    “La situazione è difficile – spiega la suora di Segonzano – Dal 27 febbraio accogliamo ospiti, rifugiati. I primi che sono arrivati erano benestanti, restavano qualche giorno e poi ripartivano per un’altra Nazione. Adesso abbiamo 130 persone, donne, anziani e bambini, che non vogliono allontanarsi troppo dalla loro patria perché sperano di tornare in Ucraina quanto prima. I primi giorni che erano da noi li vedevo sereni, felici di essere al sicuro dalle bombe e dalla violenza. Dopo un mese è sopraggiunta la depressione. Molte di loro piangono e ogni giorno che passa la situazione si fa più difficile”.

    Hanno cercato rifugio in Moldavia (o Moldova) profughi da Odessa, Nikolaev e altre città bombardate e devastate dall’invasione dei russi. “Alcuni di loro sono stati molti giorni nei bunker in attesa di una tregua per poter fuggire. Tre persone anziane hanno dovuto lasciare la vettura sulla strada e camminare per oltre dieci chilometri per attraversare il confine”.

    Che lingua parlano? “Ci capiamo. Io un po’ meno, ma i miei collaboratori comprendono bene quanto chiedono i nostri ospiti perché la maggior parte di loro conosce anche la lingua di Mosca. A Chisinau e, in generale, in Moldavia, quasi tutti parlano il russo”.

    Rosetta Benedetti è l’unica religiosa italiana nella capitale moldava, le altre due suore sono native della Romania. E quando, qualche settimana fa, ha ricevuto, del tutto inaspettata, la visita degli inviati della Protezione civile del Trentino, è scoppiata a piangere dalla gioia. “Non avrei mai immaginato che queste persone arrivassero fino a noi. Sapevo che stavano giungendo aiuti dall’Italia, ma nessuno mi aveva avvertita di una visita così gradita e così speciale”.

    Le tre suore, che fanno parte della congregazione di S. Luigi Scrosoppi, di Udine, hanno in gestione due strutture dalla diocesi di Chisinau: la “casa della Provvidenza”, che è stata aperta nel 2002 come “mensa per gli anziani poveri e abbandonati”, e un centro diurno per bambini di famiglie vulnerabili. 

    “Qui, liberando stanze e uffici, siamo riuscite a ricavare 55 posti letto. Poi, accanto a noi, c’è un edificio, il centro Fides, approntato per conferenze e incontri vari. Abbiamo riconvertito in dormitorio un salone; in mansarda abbiamo predisposto letti a castello. Insomma, possiamo garantire l’ospitalità a oltre cento profughi”.

    E chi vi aiuta?

    “Appena è cominciata l’invasione dell’Ucraina ci è venuta in aiuto la Caritas del Lussemburgo. Dall’Italia e dal Trentino, in particolare, sono arrivate donazioni e generi di prima necessità. Con mia grande meraviglia, si sono fatte vive molte persone che mi avevano conosciuta nel corso degli anni del mio apostolato. Tutti a offrire e a chiedere di che cosa avevamo bisogno”.

    Proprio in questi giorni l’associazione “Stella bianca nel mondo” ha effettuato un bonifico di 15.600 euro, frutto di una colletta e delle donazioni arrivate in val di Cembra da privati, aziende, gruppi di volontariato non solo del Trentino. 

    Mirella Nones, presidente di “Stella Bianca” ringrazia tutti coloro i quali hanno risposto all’appello di “Stella bianca nel mondo” ma, sottolinea, che la raccolta, naturalmente, prosegue.

    Intanto cresce la preoccupazione per un allargamento della guerra. Testimonia suor Rosetta da Teaio: “Ci sono persone anche nella capitale della Moldavia che mi dicono di aver tutti i documenti pronti nella borsetta, perché da un momento all’alto potrebbero dover andar via anche da qui. Viviamo con una certa paura, tuttavia cerchiamo di non manifestarla ai nostri ospiti anche per non creare ulteriore apprensione. Andiamo avanti giorno per giorno”.

    © 2022 Il Trentino Nuovo

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    Giornalista e scrittore. Negli anni Settanta redattore al settimanale “Vita Trentina”, alla redazione di Trento de “Il Gazzettino”, direttore responsabile di “Radio Dolomiti”. Dal 1979 al 2010 cronista alla redazione di Trento della Rai, poi capostruttura dei programmi (2007-2010); corrispondente dalla regione (1975-1996) del settimanale “Famiglia Cristiana”. Dal 3 novembre 2022 collaboratore fisso del quotidiano "IlT" del Trentino-Alto Adige. Ha pubblicato 27 libri su storia, tradizioni ed etnografia del Trentino-Alto Adige. È socio di Studi Trentini di scienze Storiche. È socio e direttore responsabile di "Judicaria", la rivista dell'omonimo Centro studi di Tione; e direttore responsabile della rivista "Teatro per Idea" della Cofas, la Federazione del teatro amatoriale Trentino.

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