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    mostre&cataloghi

    Tirolo alla carta: antiche mappe

    Maurizio FerrandiBy Maurizio Ferrandi10 Novembre 2021Nessun commento3 Minuti di lettura
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    Ci sono ancora due fine settimana a disposizione per coloro che volessero visitare, tra le mura possenti di Castel Tirolo, una delle mostre più interessanti tra quante siano state allestite in questi mesi di faticosa riemersione dall’emergenza sanitaria.

    È una rassegna che ospita alcune delle mappe più belle, dettagliate, interessanti tra quante furono disegnate nel corso dei secoli per illustrare le caratteristiche dell’antico Tirolo. Quella di tracciare su un qualunque materiale disponibile dei segni per raccontare a sé stessi e degli altri lo sviluppo di un territorio è sicuramente una delle attività più antiche. Reperti preziosi che ci raccontano di come i nostri antenati vedessero il mondo che li circondava. Osservare quelle carte significa entrare dall’ingresso principale del racconto storico, utilizzando una macchina del tempo che non contiene errori.

    La mostra ospitata nel castello è articolata, oltre che su un criterio cronologico, anche su alcune aree tematiche ben precise: Gli albori della cartografia (XVI/XVII secolo); Il Tirolo rappresentato dai cartografi tedeschi, olandesi e francesi; Le catastrofi naturali – la regolazione dei fiumi; L’inizio dei rilievi; Peter Anich e il suo tempo; La ricognizione topografica; I trasporti; Il turismo; L’industria mineraria e l’agricoltura; La guerra e la propaganda.

    Il materiale esposto è vastissimo e di grande interesse. Come sottolineano nella presentazione i curatori della mostra “negli ultimi decenni le antiche carte geografiche sono diventate una base indispensabile per la ricerca. Esse infatti non riportano informazioni neutrali, ma documentano le condizioni politiche ed economiche di un determinato periodo storico. Non va quindi sottovalutata la loro importanza come strumento di propaganda: con esse venivano condotte e pianificate le battaglie, visualizzati i confini e i territori, risolte le dispute di confine e amministrati gli Stati. Molte carte mostrano tra l’altro anche zone minerarie, terreni agricoli e forestali, aree industrializzate, la rete stradale e ferroviaria, così come percorsi escursionistici e piste da sci. Questa mostra, in oltre ottanta tra carte geografiche e parti di esse provenienti principalmente da archivi e biblioteche tirolesi, porta alla luce nel contesto dello sviluppo generale della cartografia dall’Antichità al XX secolo l’esempio del Tirolo quale collegamento tra cartografia, politica ed economia”.

    L’esposizione si completa con un ricco catalogo che costituisce, per un appassionato di questo genere, una strenna natalizia anticipata di sicuro effetto.Castel Tirolo chiuderà, sempre con la data di domenica 21 novembre, il proprio periodo di apertura e si appresta dunque a serrare i battenti per la pausa invernale. Una visita alla mostra dedicata alle mappe storiche permetterà di visitare tutto il percorso storico allestito nella torre del maniero e che documenta le vicende della terra tra i monti negli ultimi secoli. Un’occasione da non perdere.

    importante
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    Maurizio Ferrandi

    Da oltre quarant’anni segue le vicende altoatesine, che ha raccontato dalle pagine dei quotidiani L’Adige e Alto Adige, dagli schermi della televisione privata TVA e poi, per venticinque anni, dai microfoni della RAI di Bolzano. Attualmente è libero collaboratore del portale giornalistico Salto.bz. Alla quotidianità dell’impegno professionale ha affiancato da sempre l’interesse per la storia altoatesina dei decenni più recenti. Alla tesi di laurea sulle opzioni (1978) è seguita, nel 1987, la biografia di Ettore Tolomei (L’uomo che inventò l’Alto Adige, editore Publilux) recentemente uscito in veste totalmente rinnovata e con il titolo “Il Nazionalista” per i tipi dell’Editore Alphabeta.. Per la RAI ha realizzato documentari e programmi sula storia dell’autonomia, sull’Accordo Degasperi Gruber e, nei mesi scorsi, i ritratti del fotografo Albert Ceolan e dell’avvocato bolzanino Arnaldo Loner. Dopo aver diretto per oltre un decennio le redazioni italiana e ladina della RAI, ha deciso di dedicarsi alla ricerca storica. Frutto di questa scelta i volumi dedicati al rapporto tra Benito Mussolini e l’Alto Adige (Curcu & Genovese editore, 2015) e per l’editore Alphabeta i due volumi sulla storia parlamentare della questione altoatesina (Al Brennero ci siamo e ci resteremo - 2017 e Dibattiti e dinamite- 2018). Sempre per Alphabeta ha curato, assieme a Gabriele Di Luca, i due volumi dell’antologia Pensare l’Alto Adige, dedicata agli scritti dedicati all’Alto Adige da autori italiani nell’ultimo secolo.

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