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    Il Trentino Nuovo
    Home»editoriale»No vax, no pass, no pax
    editoriale

    No vax, no pass, no pax

    Alberto FolgheraiterBy Alberto Folgheraiter7 Agosto 2021Aggiornato:8 Agosto 2021Nessun commento4 Minuti di lettura
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    C’è un popolo “oppresso” che da qualche tempo ha alzato la testa e, soprattutto al sabato pomeriggio, percorre le vie del centro storico di Trento. Ricorda il coro dell’atto terzo dell’Adelchi, di Alessandro Manzoni (ma sì, quel “tal Sandro autor di un romanzetto ove si tratta di Promessi Sposi”): “Dagli atrii muscosi, dai Fori cadenti, / Dai boschi, dall’arse fucine stridenti,/ Dai solchi bagnati di servo sudor,/ Un volgo disperso repente si desta; /Intende l’orecchio, solleva la testa /Percosso da novo crescente romor”.

    Al grido di “Libertà, libertà”, questo “volgo disperso” alza cartelli con scritte inequivocabili: “Draghi Hitler – Speranza Menghele”. Che già denota l’ignoranza di chi non sa nemmeno che si scrive senza “h” il cognome dell’aguzzino di Hitler, sfuggito al processo di Norimberga, riparato in Sudamerica e morto annegato nell’Atlantico a 67 anni nel 1979. Il riferimento a Josef Mengele (senza h) è legato alla vaccinazione contro il Covid-19 che loro reputano analoga agli esperimenti di eugenetica praticati nel 1944 dal criminale nazista nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, in Polonia.

    Sono i cosiddetti “no vax”, no al vaccino, i quali sfilano per le vie dello shopping, del commercio del sabato pomeriggio, non prima di aver tolta la maschera della massa anonima e levata la mascherina che da un anno e mezzo accompagna il nostro distanziamento sanitario.

    Nell’Italia di Draghi/Hitler e di Speranza/Mengele possono sfilare tranquillamente (ed è sacrosanto che lo possano fare) portando a spasso la loro rabbia ma soprattutto il virus che qualcuno di loro potrebbe tranquillamente albergare. Sono usciti allo scoperto perché la vaccinazione contestata, dal 6 agosto (anniversario dell’atomica su Hiroshima) è l’unico lasciapassare consentito per alberghi e ristoranti, per locali pubblici e soprattutto per la scuola. In carenza di vaccinazione anticovid serve un tampone recente che certifichi la temporanea immunità. Insomma una complicazione che i “no vax” reputano inutile e dannosa. Sono una minoranza, certo, ma hanno dalla loro parte insegnanti e perfino sanitari che da mesi combattono contro l’obbligo vaccinale. Come dire che un pilota d’aereo potrebbe pretendere di condurre un gigante del cielo senza il brevetto.

    Ad alimentare i sospetti contro la vaccinazione hanno contribuito in questi mesi illustri luminari della sanità che si sono dimenati in video e sulle pagine dei giornali dicendo molto, forse troppo, e contraddicendosi a vicenda. A questo abbiamo, talvolta involontariamente, contribuito pure noi giornalisti che abbiamo inseguito i tromboni della politica che dicevano peste e corna del vaccino, accarezzando il pelo ai “no-vax” e il borsino del gradimento elettorale. Con ciò avallando l’ignoranza, alimentando il terrore, riesumando antichi sospetti e sopite paure dell’alieno. C’è chi pensa che, alla distanza, i vaccini innescheranno ulteriori contagi planetari; c’è chi sostiene che si tratta di un piano segreto internazionale per il controllo della specie umana. Chi dice che è tutto un complotto di “Big Pharma” per gonfiare i già pingui bilanci perché “il virus non esiste”.

    Le immagini delle lunghe file di camion militari che lo scorso anno portavano via i cadaveri dagli obitori di Bergamo; le immagini delle rianimazioni sovraffollate e dei letti nei corridoi degli ospedali, sono state dimenticate quando non contestate come “fake news”. I 128 mila morti in Italia (gli oltre 4 milioni di morti per Covid nel mondo) sono solo un dettaglio.

    I “no vax” hanno tutto il diritto di non sottoporsi alla vaccinazione. I Governi nazionale e provinciale hanno tutto il dovere di operare per contenere i contagi ed evitare lo sfascio di una sanità sotto stress già da molti mesi.

    Se alcuni “no vax” dovessero ammalarsi di Covid-19 dovranno essere curati al pari di tutti coloro che si sono sottoposti alla vaccinazione, ci mancherebbe. Ma, una volta guariti, non sarebbe disdicevole se la sanità pubblica bussasse alla loro porta per chiedere un piccolo, modesto, contributo alle spese per la degenza in ospedale. Così almeno avranno una ragione per scendere in piazza e protestare contro il “governo ladro”. Contro tutti noi, cioè, che paghiamo le tasse e ci facciamo pure vaccinare.

    importante
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    Alberto Folgheraiter
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    Giornalista e scrittore. Negli anni Settanta redattore al settimanale “Vita Trentina”, alla redazione di Trento de “Il Gazzettino”, direttore responsabile di “Radio Dolomiti”. Dal 1979 al 2010 cronista alla redazione di Trento della Rai, poi capostruttura dei programmi (2007-2010); corrispondente dalla regione (1975-1996) del settimanale “Famiglia Cristiana”. Dal 3 novembre 2022 collaboratore fisso del quotidiano "IlT" del Trentino-Alto Adige. Ha pubblicato 27 libri su storia, tradizioni ed etnografia del Trentino-Alto Adige. È socio di Studi Trentini di scienze Storiche. È socio e direttore responsabile di "Judicaria", la rivista dell'omonimo Centro studi di Tione; e direttore responsabile della rivista "Teatro per Idea" della Cofas, la Federazione del teatro amatoriale Trentino.

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