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    Home»Storia&Storie»Gli “Abies Alba” sempreverdi
    Storia&Storie

    Gli “Abies Alba” sempreverdi

    massimo baldiBy massimo baldi2 Agosto 2021Nessun commento3 Minuti di lettura
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    Si chiamano “Abies alba”, ovvero “Abete bianco” e già nel loro nome è spiegata l’essenza della loro musica che si richiama alla tradizione vocale e strumentale dell’arco alpino.

    Il gruppo nasce a Bolbeno a fine anni ‘70 con la passione per la musica celtica. Poi agli inizi degli anni ‘90 la coraggiosa svolta. Quando la musica popolare era rappresentata quasi esclusivamente dalla coralità di montagna e dai gruppi folk, la scelta di puntare su un repertorio che riscoprisse e valorizzasse la più autentica tradizione musicale trentina, quello delle cosiddette “orchestrine” che un tempo si formavano nei nostri paesi per allietare la vita comunitaria

    Gli attuali componenti sono Mauro Odorizzi: violino, ghironda, mandolino, voce; Nicola Odorizzi: organetti diatonici, ocarina, voce; Franco Susini: flauto traverso, ottavino, cornamuse, voce; Maurizio Tomasi: chitarra, voce.

    Gli Abies alba oggi possono vantare una carriera artistica di tutto rispetto, con concerti molto apprezzati anche in Austria e in particolare in Tirolo dove si sono esibiti per la prima volta nel 1997, a Telfs, in occasione delle celebrazioni per i 25 anni di Arge Alp.  

    Da quel momento la popolarità oltre confine è cresciuta progressivamente, con il gruppo trentino che ha collezionato una serie di presenze importanti e significative, tanto da meritare l’attenzione delle reti radiofoniche e televisive austriache. Del resto, basta dare un’occhiata alla lista delle loro principali partecipazioni oltre confine per comprendere come gli Abies alba siano diventati di buon diritto ambasciatori della musica tradizionale trentina.

    Nel 2002 sono stati ospiti della terza edizione di “Abend der Volksmusik” ad Ellmau. Nel 2004 si sono esibiti per la prima volta ad Innsbruck presso il locale Bierstindl. 

    Nel 2009 ad Innsbruck e nel 2018 ad Hall in Tirol, hanno suonato nell’ambito di “Klangstadt”, manifestazione organizzata da IVK (Institut für Volkskultur und Kulturentwicklung). 

    Nel 2014 sono stati fra i protagonisti di “Volksmusik aus Gesamttirol”, serata organizzata a Chiusa dal Südtiroler Volksmusikkreis. 

    Nel 2017 sono stati il primo gruppo di lingua italiana a partecipare a “Mai liabste Weis”, spettacolo musicale trasmesso in diretta televisiva nazionale da ÖRF e andato in onda da Merano. 

    Nel 2019 hanno partecipato a “Von Kufstein bis Trient”, trasmissione radiofonica andata in onda in diretta dagli studi dell’ÖRF di Innsbruck. Nel 2020 si sono esibiti presso Treibhaus, uno dei più vivaci e attivi centri culturali di Innsbruck. 

    Ultima esibizione in ordine di tempo pochi giorni fa a Rattenberg, presso l’Augustinermuseum, nell’ambito della rassegna “Kreuzgangkonzerte”. Partiti nel pomeriggio da Trento, sono rientrati a notte fonda. Mezza giornata di lavoro regalata alla musica. Niente contributi pubblici, niente manager, nessuna risonanza mediatica.  Hanno presentato in tedesco i loro pezzi, spiegando il significato e la storia delle canzoni popolari trentine, quelle più autentiche e meno soggette alle manipolazioni del nazionalismo. 

    Il pubblico si è mostrato sorpreso, entusiasta e interessato. Da veri e propri ambasciatori del Trentino gli Abies Alba hanno posto un piccolo mattoncino alla casa della convivenza e dell’amicizia fra le popolazioni a cavallo del Brennero.  Lontani dai riflettori di grandi e costosi eventi mediatici, con il loro lavoro serio e certosino hanno dimostrato che la musica può essere un elemento di conoscenza reciproca senza bisogno di spot e investimenti pubblici milionari. Una cultura in sintonia col territorio e con la storia di questa terra plurilingue.

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    massimo baldi

    Massimo Baldi (1957), già giornalista al “Gazzettino” di Venezia, poi alla redazione di Trento della Rai, è autore di numerose pubblicazioni legate alle tradizioni e alla storia del Tirolo storico. Tra gli altri titoli: “Trentini d’Austria: la storia dimenticata del popolo trentino sullo sfondo della prima guerra mondiale” (2009)

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