Architetto, 73 anni, già dirigente della Provincia autonoma di Trento (“sue” le piste ciclabili), laico e libertario, già legato al partito socialista del fu Walter Micheli, contadino per hobby e dotato di quel “sense of humor” che rendono la vita sapida, Pierluigi dal Rì, conosciuto come “Pier”, torna in prima pagina sul giornale “il nuovo Trentino”, da qualche giorno in edicola.
Un ritorno che ha stupito più d’uno, poiché si tratta del giornale resuscitato dall’editore altoatesino Ebner che lo aveva “ucciso” a metà gennaio del 2021. Con ciò suscitando lo sdegno dei liberi pensatori e di chi, nonostante il monopolio della stampa regionale, vedeva nel Trentino (vecchio) un fremito di pluralismo. Poiché più di un giornalista e qualche collaboratore della vecchia redazione ha detto “no” all’offerta di riprendere a scrivere per la nuova-vecchia testata, fa notizia la scelta “controcorrente” dell’architetto che si firmava “Erpi”.
“Ho deciso di collaborare al “nuovo Trentino”, in edicola da qualche giorno, per l’amicizia e la stima profonda che mi legano al suo direttore, Paolo Mantovan. È anche un modo per ringraziarlo perché mi ha sempre dato ospitalità sulla prima pagina del giornale che fu chiuso nel gennaio dello scorso anno”.
Nobile gesto, non c’è che dire. Ma non sarà solo per questo, si immagina.
“Da Trentino “doc”, noneso, rurale, rude e delicato quanto basta, ho collaborato, gratis, con tutte le testate che hanno attraversato il Trentino: dall’Alto Adige, che aveva la redazione in piazza Pasi, a QuestoTrentino, da Trentino-mese al Trentino, rivista della Provincia autonoma di Trento, a iltrentinonuovo.it (che sarebbe poi la testata on-line sulla quale viene diffusa questa chiacchierata). Sono stato censurato una sola volta per eccesso di zelo da parte di un giornalista nei confronti del politico di riferimento del giornale. Il quale politico, intervenuto a mia insaputa, ha chiesto che quel pezzo censurato (era sul referendum della caccia) fosse pubblicato l’indomani. Con le scuse della redazione”.
Penna graffiante, da uomo libero, intinta nell’inchiostro dell’ironia.
“La vita va presa con il sorriso, anche quando ci sono problemi e preoccupazioni. Anzi, proprio in quei frangenti si deve poter sorridere perché siamo spesso autoreferenziali”.
Lei è un po’ il Pierino della porta accanto che si diverte con le parole.
“Mi piacciono i giochi di parole, aiutano a stemperare le tensioni, a fare un po’ di satira che non guasta mai”.
Ma non scrive solo per i giornali.“Ho dato alle stampe anche alcuni libri. Ricordo “Trentinidad”, con i disegni di Antonio Calvano, e “Le penne nell’uovo”, con i disegni di Rudi Patauner, pubblicato a Pasqua. Perché tutti vogliono fare i libri a Natale e io, che sono di mio “bastian contrario”, ho voluto rovesciare il calamaio”.