Cittadini, popolo trentino, udite, udite: dal 1° luglio la sanità cambia. E fa ammuina. “Chi sta a prua vada a poppa e chi sta a poppa vada a prua”. O se volete scomodare “il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa: far finta che tutto cambi perché nulla cambi. Col sospetto di essere presi pure per i fondelli.
Con un comunicato stampa (sono le informazioni che vengono trasmesse dal Palazzo ai giornalisti perché facciano da cinghia di trasmissione e ne diffondano il Verbo al popolo) la Giunta Provinciale di Trento fa sapere che “dal 1° luglio entrano in vigore le nuove regole sulla validità delle prescrizioni mediche per la prenotazione di visite specialistiche ed esami diagnostici. Le prescrizioni avranno una durata legata al codice di priorità assegnato dal medico, che indica entro quanto tempo va prenotata la prestazione.”
E fin qui il nulla. Cioè tutto da ridire. Nel senso che non solo le prescrizioni mediche hanno una scadenza. Cioè se non prenoti la visita entro tot giorni non potrai usufruire del servizio sanitario ma dovrai tornare dal tuo medico per una nuova prescrizione. Perché di solito uno va dal sanitario di famiglia, o medico di medicina generale. Dice: ho un problema, il medico gli prescrive una visita dallo specialista o un esame diagnostico, e il malato che fa? Torna a casa e non fa niente. Figurarsi se gli passa per la testa di darsi una mossa e prenotare il gradino superiore della visita dallo specialista. Manco per idea. Ecco perché, essendo l’ammalato un discolo che non vuole e non intende sottoporsi a nuove visite, dimentica la prescrizione nel cassetto. Infatti, per evitare il disguido, la Provincia è corsa ai ripari. Vuoi una visita specialistica o un esame diagnostico? Sappi che la prescrizione del tuo medico di base è come lo yoghurt: ha una data di scadenza.
E per farla scadere meglio non c’è più il RAO A, o il RAO B, o il RAO C (codice che fissava il limite massimo di giorni entro il quale lo specialista o l’addetto alla diagnostica doveva provvedere a eseguire l’indagine medica). Adesso quel codice è stato cancellato e al suo posto c’è un nuovo codice. Che funziona al contrario. Non è il medico a doversi dare una mossa e sottoporti a visita, no sei tu, paziente impaziente, a doverti spicciare e prenotare la visita o l’esame entro una certa data. Pena la scadenza della prescrizione.
Nel dettaglio: se la ricetta del medico di base porta il Codice U, vuol dire che la visita deve essere prenotata entro 5 giorni (cinque) dalla data di emissione dell’impegnativa. Che poi la visita ti venga garantita entro altrettanto tempo (breve?) è tutto da vedere.
Codice B, significa che la prestazione va prenotata entro 10 giorni. Prenotata, non ottenuta.
Codice C, la prestazione va prenotata entro 30 giorni. Codice P, infine, la prenotazione deve essere fatta entro 180 giorni (dicasi 6 mesi, sempre che nel frattempo il paziente non abbia perso la memoria o non sia passato a. miglior vita).
Dopodiché, scrive l’ufficio stampa della Provincia, “se non si contatta il CUP entro i tempi previsti la prescrizione perde la validità. Si raccomanda quindi ai cittadini di prenotare al più presto per ricevere l’assistenza sanitaria nei tempi previsti”.
Non so voi, ma chi scrive ha tutta la sensazione di una presa in giro.
Già, ma che interessa a Lor Signori? Loro hanno pur sempre una corsia preferenziale. Male che vada una visita privata, un esame entro poche ore, con quello che ricevono di indennità, non lo nega loro nessuno. Perché, amici cari, come diceva il Marchese del Grillo “Io, so io, e voi nun siete un c…”.
Li avete votati? Buona salute a tutti.