A guardarla da lontano non sembra nemmeno una campagna elettorale. Se non ci fosse l’onnipresente candidato S. M. (che non è Sua Maestà), rimarrebbe solo un imbarazzante ed imbarazzato silenzio.
Sono contento che S. M., con il suo brio “lumbard” e le sue certezze granitiche che durano otto secondi, sia candidato alla presidenza del Trentino. Abbiamo bisogno di un “sempreverde”, soprattutto dopo i disastri del bostrico. S. M., che “lo chiamavan Drago”, è ovunque. Nello stesso momento è al Brennero e a Pinzolo; a Cavalese e a Rovereto. Un “selfie” qui, un abbraccio lì; una sorrisone alle telecamere e una pacca sulle spalle; una promessa e un’assicurazione, perché S. M. è uno che prima dice, annuncia, proclama e poi fa. E vedrete che ponte a Messina: lungo anche quindici giorni.
S. M., insomma, è il presidente ideale dell’autonomia… padana. Lo voterò senza dubbio. Come dite? Non è lui il candidato? Ma va là, state scherzando, vero? Che cosa state sfruculiando? Il candidato reale, l’utilizzatore finale è un altro? È quello sempre assente dove serve e sempre presente dove non c’è bisogno? È quello che lascia sempre le sedie vuote; quello che ha scritto (fatto scrivere) la “sua storia”, che è solo sua e chissenefrega? Quello dei concerti che valgono una fortuna, ma tanto sono soldi pubblici e che costano come un padiglione ospedaliero? Quello degli ospedali che si spostano per far posto ai concerti e quello che la democrazia è quando parla lui e quando tocca agli altri si assenta? Quello che, nomen omen, è sempre in fuga da qualcosa: i problemi, le responsabilità e perfino i dibattiti?
Sarà come dite voi, ma io voto comunque S. M. presidente. Almeno lui ci mette la faccia. E poi, peggio di così…