Incuranti del caldo che arroventa l’Europa; delle proteste di chi fatica ad arrivare a fine mese; di una sanità malata cronica; di una stagione politica (durata cinque anni) che definire non proprio brillante è un pietoso eufemismo; di mille promesse non mantenute e di orsi che sbranano uomini e lupi che predano vacche e pecore come grandinasse… Incuranti di tutto questo, ecco all’orizzonte canti, musica e balli: per dare un senso a una spianata che fu campagna che oggi un senso proprio non ce l’ha. È la campagna elettorale, bellezza, e tu non ci puoi fare niente. O forse sì. Se alle urne d’autunno gli elettori troveranno la compattezza di dire “basta!” a questi guitti che si credono aquile e che non sono nemmeno dei tordi. Non lo diciamo noi soltanto. Con il Golem del cimitero di Praga siamo in buona compagnia.
“S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche” (Se non hanno più pane, che mangino brioche). È questa sprezzante frase, forse pronunciata dalla regina di Francia Maria Antonietta (1755-1793), che ritorna alla mente davanti alle “spesucce” ulteriori che la Provincia autonoma di Trento ha già fatto, per alcuni “concertini” estivi che, come le brioche di Maria Antonietta, dovrebbero “sfamare” il popolo ed i suoi, ben altri, bisogni.
Dopo aver dilapidato più di sette milioni di euro (che sono oltre 14 miliardi di lire del vecchio conio) per un concerto unico, ecco che adesso la monarchia assolutista-leghista che regna in piazza Dante spende altri 500.000 euro (che sono oltre 1 miliardo di lire del vecchio conio) per offrire al Trentino, che si appresta a votare, una regalia di sua maestà, fatta di concertini, dj e fiumi di birra.
“Che er popolo se diverta e nun rompa li cojoni.”, chioserebbe Pasquino ed è proprio ciò che sta per succedere, nel piccolo “regno del vuoto” posto nel cuore delle Alpi. La sanità allo sfascio, i territori abbandonati, l’orso che imperversa, il sistema turistico che fa acqua, le imprese che boccheggiano e il commercio che annaspa e poi? Come per magia, arriva il figlio di Gianni Morandi e il sole torna al splendere sul “regno del niente” che digerisce rumorosamente anche quest’ennesimo schiaffo arrogante, ascolta i concertini e garantisce di “non rompere li cojoni”. Nemmeno davanti agli anni che servono per ottenere un esame sanitario. Ammalato? Canta che ti passa! Sto certamente meglio io, immerso nella polvere della soffitta, qui all’“Alte Schul” di Praga.
Il Golem