La notizia è sui giornali. Una preside della Florida, florido stato degli Stati Uniti, una preside di liceo è stata licenziata perché aveva osato mostrare ai suoi allievi di storia dell’arte il David di Michelangelo. Nudo. Saputolo, il sindaco di Firenze, Nardella, in visita negli USA, ha annunciato che inviterà la “scostumata” in Toscana dove proporrà al consiglio comunale della città del giglio di onorarla con una medaglia: al valore civile, della cultura e dell’arte. Almeno per risarcirla, moralmente, dell’affronto subito dai genitori degli imberbi traviati da cotanta visione, i quali, oltre ad essere armati (ma non di cultura), sparano stupidaggini a difesa dell’indifendibile: la loro ottusità mentale. Ed è d’accordo con noi pure il Golem, nostro collaboratore attento e curioso.
I tempi cambiano e le stagioni non sono più quelle di una volta. Forse è per questo che dilaga la confusione spacciata per intelligenza e l’ignoranza ha ormai sostituito la cultura. Io sono vecchio e vivo nella soffitta dell’antica Sinagoga di Praga. Un postaccio, pieno di turisti che fotografano, calpestano, schiamazzano e deglutiscono patatine e coca cola: le loro uniche fonti di nutrimento. Loro non mi capiscono e io non li comprendo. Forse è per questo che mi stupisco ancora davanti all’idiozia, che per alcuni di costoro è invece il trionfo del “politicamente corretto”. Siamo distanti anni luce ed è perciò che non mi è chiaro – ma è solo colpa mia – quale contributo alla storia dell’umanità offra oggi Tallahassee che – confesso – ero convinto fosse una malattia e invece scopro essere la città capitale della Florida statunitense, un luogo dove la cultura non è affatto un capitale, ma solo un ammennicolo.
In una scuola di quell’urbe – una scuola che si definisce “classica” ma l’aggettivo è evidentemente riferito solo al fatto che ci sono aule, ragazzi ed insegnanti anziché animali del circo – la preside è stata costretta a licenziarsi, a seguito delle pressioni di inorridite famiglie di timidi pargoli, scandalizzate dalle immagini delle nudità del David di Michelangelo, esibite – pensate un po’ – addirittura durante una lezione di storia dell’arte.
Certo che l’opera del venticinquenne scultore che lavora un blocco di marmo “male abbozatum et sculptum” e ne trae il simbolo della repubblica fiorentina ma soprattutto del Rinascimento e del trionfo della bellezza, è cosa di poco conto rispetto alla straordinarietà artistica di una Smith & Wesson calibro 38 che tutte quelle candide famigliole comprano volentieri ai loro figli. Si tratta di oggetti di grande valore culturale ed anche utili per difendersi davanti ad ogni immigrato, come quei “mangiaspaghetti” che, privi di ogni pudore, scolpiscono statue senza fargli addosso un perizoma o dipingono stupide immagini in alti soffitti, come nella Sistina, dove abbondano – che schifo! – uomini nudi e angeli nudi e quant’altro di nudo esista al mondo. Belle famiglie, non c’è che dire. Se poi sono le stesse che votano per un presidente che va a puttane e le paga, non solo per la prestazione ma anche per il loro silenzio, allora debbo imparare ancora molto dagli americani.
Penso di essere comunque troppo vecchio e allora rimango qui, nella mia polverosa soffitta alla “alte Schul” di Praga e pazienza se non sono all’altezza dei tempi. Mi consola l’idea di essere però ancora in grado di riconoscere un cretino. Anche quando sta a migliaia di chilometri di distanza. Anche quando abita a Tallahassee o altrove. Lo riconosco perché possiede un marchio indelebile ed invariabile ad ogni latitudine e geografia. Come quello fra le gambe del David di Michelangelo, del quale scrisse Giorgio Vasari: “…e veramente quest’opera ha tolto il grido a tutte le statue moderne et antiche o greche o latine che esse fossero…
Il Golem