C’era una volta il fascismo. E c’è ancora, almeno nella mente malata di chi si lascia prendere dalla nostalgia dell’ordine e della purezza della razza. Né valgono le pubbliche professioni di fede democratica e di ripulsa di antiche pulsioni se poi qualche squilibrato provvede a lastricare di sterco la strada delle buone intenzioni. Come puntualmente rileva il Golem nel corsivo che segue.
Nei giorni scorsi cadeva la festa ebraica di Hannukkah, la festa della luce e della speranza. Qualcuno addirittura aveva coltivato il sogno dell’avvio del superamento della storia tragica del Novecento e di una presa di coscienza, da parte soprattutto dell’attuale maggioranza di governo. Avevamo visto con condivisione la sincera commozione della Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, alle celebrazioni ebraiche di questa festa a Roma, così come avevamo apprezzato giorni prima il suo ricordo dei giornalisti ebrei “epurati” a seguito delle leggi razziali del 1938. Sembrava insomma che si stesse aprendo una stagione nuova, anche riconoscendo responsabilità e misfatti del fascismo, ma come sempre i sogni finiscono in fretta ed il ritorno alla realtà appare ancora più triste e brutale.
In queste ore infatti, un’esponente dello stesso governo ha celebrato, sui social, il 76.mo anniversario della fondazione del Movimento Sociale Italiano, erede ideologico diretto del regime. Nel frattempo qualche anonimo codardo ha pubblicato, sempre in rete, l’immagine della Menorah, il candelabro a sette fiamme simbolo dell’ebraismo, “ornata” proprio da quelle fiammelle del M.S.I. che la Senatrice Liliana Segre aveva chiesto alla Presidente Meloni di togliere dal simbolo di “Fratelli d’Italia”. Meloni non ha aderito all’invito affermando che nella “fiamma” non c’è continuità con il fascismo, ma solo lo slancio dell’idealità della destra democratica. Sarà, ma l’impressione è ben altra e ci fa inorridire, per la brutalità e l’evidente intatto antisemitismo.
Evidentemente la Presidente Meloni, sulla cui buona fede per il momento non dubitiamo, deve lavorare ancora molto, anzi moltissimo, per togliere queste feroci incrostazioni razziste. Non basta infatti partecipare agli eventi del “Giorno della Memoria” per fare memoria. Serve altro e cioè convinzione profonda, maturazione culturale e scelte chiare e non equivocabili, ma soprattutto servirebbe spegnere quella “fiamma” che non scalda più nessuno ed accende invece ancora e solamente un mai sopito odio antisemita, come già fu nel fascismo, oltreché nel nazismo. Nel frattempo magari, si potrebbero anche sconfessare pubblicamente gli imbecilli che hanno prodotto questa immagine odiosa e tremenda, a meno che ciò non confligga con qualche anniversario e con lo slancio delle idealità della destra.
Il Golem