Armiamoci (di pazienza) e partite. Anche da queste parti si spolverano le urne, si studiano i collegi, si consulta il calendario. Da qui al 25 settembre saranno frizzi e lazzi, strepiti e strilli per tentare si strappare un consenso. Magari invitando a turarsi il naso, ma “per l’amor di dio un voto a me”. C’è chi scomoda santi e madonne, chi usa (e getta) i segni del sacro, compreso il rosario, quello delle nonne di antica devozione. Facilmente turlupinabili anche con la promessa di dentiere gratis, mille euro di pensione, milioni di alberi da piantare, mille balle da raccontare.
In Trentino si segnalano i maneggi dei partiti di maggiore presa. Il Patt che stringe patti con la Svp e va per conto proprio. La scottatura delle urne regionali del 2018 deve essere finita nelle nebbie dell’amnesia che sta attraversando i sedicenti autonomisti trentini. Il carroccio che imbarca la destra estrema per rifar(si) la pelliccia dopo il cappotto delle elezioni regionali. Il PD, “come nave senza nocchiero in gran tempesta” che si affida alle strategie dei professionisti (?) della politica, smisuratamente autoreferenziali, mai divenuti leader.
Polvere più che stelle.
Fra guerre, crisi economiche e costi energetici, i prezzi di qualsiasi genere sono vertiginosamente cresciuti. È un fenomeno che sembra interessare anche la politica nostrana. Infatti, dopo aver detto chiaramente “no” ad una ex eletta con “Forza Italia” e oggi referente locale di un “partitino a tempo” poggiato solo sulla debordante e “viva” personalità del suo leader, il P.D. trentino, in accordo con le indicazioni dei suoi organi, propone adesso quella stessa figura come “propria” candidata nel collegio senatoriale di Rovereto. Nulla di che meravigliarsi. La coerenza è sempre un valore. Soprattutto in casa di altri.
I manovratori delle segrete cose fanno sapere che questo è l’unico modo per garantire una coalizione vincente per le prossime elezioni regionali. Sarà!
Al comune elettore sembra invece un costo molto alto per ottenere qualcosa che si sarebbe comunque avuto, senza assemblee inutili, tensioni e delusioni dell’elettorato. C’è qualcuno che crede davvero che il cosiddetto “terzo polo” locale, nel 2023 possa allearsi con la destra leghista? O possa addirittura andare alle urne in solitaria solitudine? Ma ci faccia il piacere… Certi suicidi si addicono al PATT, non a navigati strateghi della politica.O forse siamo noi che non capiamo certe machiavelliche finezze.
D’altronde, “maestri” si nasce. E qualcuno, molto modestamente, lo nacque.