Quattro anni fa, appena insediati, i titolari (pro tempore) del palazzo delle aquile di piazza Dante a Trento, hanno bloccato tutti i finanziamenti programmati dalle precedenti amministrazioni nell’ambito della solidarietà internazionale. Del resto era quanto avevano promesso in campagna elettorale e 72 mila elettori del Trentino avevano dato loro il voto anche per questo.
Lo slogan, che in quei mesi furoreggiava nei comizi della Padania, era: “Aiutiamoli a casa loro”. C’era anche qualche scalmanato che per difendere i sacri confini della Patria ringhiava: “Spariamo alle carrette del mare”. Nessuno è arrivato a tanto, ma qualche nave che aveva osato prestare soccorso ai disgraziati del sud del mondo è rimasta a lungo fuori dai porti.
Per tornare in casa nostra, una revisione sulla solidarietà internazionale probabilmente era doverosa, ma per fissarne le priorità ed evitare gli sprechi. Sennonché nulla è dato sapere su che cosa si sia fatto di concreto in questi quattro anni.
Il 15 febbraio scorso, forzando la nostra timidezza professionale, abbiamo azzardato la richiesta di un’intervista all’assessore alla solidarietà internazionale, Gottardi. Non a lui direttamente, che da quando siedono nel palazzo delle aquile è più facile parlare con il Papa che con presidente ed assessori.
Cortesemente, ci mancherebbe, una gentile funzionaria ha menato il can per l’aia, ha detto che ne avrebbe parlato al suo superiore il quale avrebbe fatto cenno al dirigente il quale, a sua volta, chinato al bacio della pantofola, avrebbe (forse) sussurrato timidamente la richiesta al signor assessore. Sempre che la privacy non ci mettesse lo zampino. Perché la pubblica burocrazia si sa si nutre anche di questo.
Febbraio lasciò il posto a marzo, poi venne aprile, quindi arrivò maggio. Sbocciavano le rose ma dal Palazzo delle aquile nessun cenno di vita.
A giugno la cortese funzionaria di cui sopra si è rifatta viva per dire che nel frattempo la Provincia aveva dovuto contrastare la pandemia (che c’era anche a febbraio), predisporre area e dintorni per il concerto di Rossi e poi c’è stato il festival dell’economia che deve aver insegnato ai burocrati come risparmiare sulle risposte e sui dati richiesti.
Stavamo paventando una sconfitta professionale quando, nel bollitore di un giorno rovente è arrivata la frescura di una interrogazione presentata dall’omonimo del concerto per il quale, a maggio, si era scomodata perfino la protezione civile. Rossi, come Vasco, ma di nome Ugo, già presidente della Provincia e oggi all’opposizione.
Ebbene, il consigliere Rossi ha posto alla Giunta provinciale quattro domandine semplici, da esame di quinta elementare:
1. prospetto delle voci di bilancio per solidarietà internazionale e cooperazione allo sviluppo per ciascun anno dal 2013 al 2022;
2. prospetto delle risorse provenienti da fondi ministeriali o progetti europei per gli anni dal 2013 al 2022;
3. elenco riassuntivo dei relativi progetti finanziati nella corrente legislatura con indicazione del valore economico;
4. elenco dei progetti presentati e non accolti.
Il presidente o l’assessore “competente” risponderanno? Arriva l’estate e ci sono le ferie dei dipendenti; il caldo non concilia le ricerche d’archivio, poi a settembre comincerà la campagna elettorale che durerà un anno intero. Ecco, consigliere Rossi, non si faccia troppe illusioni. Forse sapremo qualcosa l’anno prossimo, magari dopo le elezioni d’autunno. Sempre che, nel frattempo, anche queste informazioni non siano state secretate.
Chissà che gli elettori non facciano proprio lo slogan “Aiutiamoli (ad andare) a casa loro”. Gli attuali inquilini del Palazzo, beninteso.