In attesa dei fuochi d’artificio, la notte di San Vigilio “patrono di Trento, con le scarpette d’oro e il pastoral d’argento” (come recitava una devota orazione del XVIII secolo), si è consumata domenica 19 giugno la “tonca nell’Adige”. Rievocazione delle pene comminate, principe vescovo regnante, ai condannati a morte. Affogati nell’Adige, il fiume che a Trento, fino al 1858, scorreva lungo le attuali via Brennero, via Manzoni, via Torre Verde, via Torre Vanga. Anziché “toncare” le malefatte dei potenti, sono stati condannati coloro che ai potenti dovrebbero fare le pulci giorno e notte. Ecco, gli esponenti delle minoranze, semmai, avrebbero meritato sul serio la “tonca”, ma per carenza di opposizione e, comunque, in buona compagnia con la solita compagnia di giro della politica. Invece soltanto loro… Così la minoranza si è offesa ed arrabbiata. Non fuochi d’artificio, ma fuoco e fiamme.
Pagato per far ridere, il comico (?) nostrano, Lucio Gardin, fa piangere di rabbia taluni esponenti dell’opposizione. Nella torrida domenica del 19 giugno 2022, Gardin ha “toncato” nelle fresche acque dell’Adige non già il solito Fugatti o la consueta assessora Segnana, bensì l’ondivago Filippo Degasperi e il pidieino Alessio Manica. Rei, i poveri, di aver osato sollevare il sopracciglio sinistro sul mega concerto ideato, promosso e (per buona sorte finito bene) celebrato da Fugatti &C. Condannati per “disfattismo”. La qual cosa ha fatto andare di traverso il boccone al PD. In una nota diffusa pure dalle piattaforme digitali, si fa notare che “di solito i giullari si prendono gioco dei potenti. Gardin non si permette nemmeno questo, preferendo prendersela con l’opposizione. Non si sa mai nella vita…”.
A causa del Not (il mancato nuovo ospedale di Trento e Rovereto) sono finiti nell’Adige pure gli ultimi quattro ex presidenti della Provincia: Dellai, Pacher, Rossi e Fugatti. A quest’ultimo solo una spruzzatina, poiché si è trovato a doversi districare in scelte e decisioni prese da altri. A Fugatti, inoltre, sono state riconosciute le attenuanti generiche “perché in due anni è stato l’unico che ha fatto qualcosa, rispetto alla bonifica dell’area di San Vincenzo”. E per la bonifica dell’area Sloi-ex Carbochimica? Non pervenuto. Per la riforma delle comunità di valle? Non è dato sapere. Per la sanità che boccheggia? Respirazione bocca a bocca per il privato, carenza di ossigeno per il pubblico. Oddio, i denari per mantenere l’ostetricia e la maternità a Cavalese fioriscono ad ogni battito d’ala di ciconide. Il reparto gira al minimo per carenza di gestanti ma col massimo delle pubbliche attenzioni, neanche fosse l’Alitalia dei tempi ruggenti (e dei conti perennemente in rosso).
Giova forse ricordare che quando uno si candida sa che riceve in dote onori e oneri. E se viene eletto è perché cambi le cose. In meglio, ça va sans dire. Oddio qualcosa il signor Fugatti ha fatto, non si può certo negare. Per esempio ha rimosso il dirigente scomodo (Maccani) il quale s’era permesso di eccepire sulla carenza di misure di sicurezza nell’area “bonificata” di San Vincenzo. Inoltre si è distinto nella secretazione di atti pubblici. resuscitando, con ciò, quella figura di sindaco della valle dei Mocheni il quale, dopo una gara d’appalto, aveva aperto le buste con le offerte direttamente nella cucina di casa propria. Felice e soddisfatto, il Milordo aveva subito dopo bruciato le lettere nella stufa del soggiorno. Davanti al consiglio comunale, un tantino stupefatto, il sindaco si era giustificato dicendo che la gara l’aveva “vinta” la tal impresa e che (ante litteram, garante della privacy) le buste erano state distrutte perché non si sapesse in giro quanto offriva l’uno e quanto l’altro. Vale a dire: “Fidatevi di me che è un bel fidarsi”.
Ciò detto, una “tonca” prolungata anche per Fugatti non sarebbe stata di troppo.
Così come sarebbe stato doveroso un bel bagno ristoratore nell’Adige pure per la signora consigliera Lucia Coppola. Aveva presentato una interrogazione sui decibel del concerto di Vasco: preoccupata dei timpani dell’orso in cattività al Casteller e non, tanto per fare un esempio, di quei poveri cristi, degenti cento metri più in là, all’hospice “Cima Verde”, in attesa di esalare l’ultimo respiro.
Corre l’obbligo di non tacere dell’assoluzione e della mancata “tonca” per l’infermiere Gabriele Macinati, accusato avanti la giustizia ordinaria di aver procurato tamponi falsi e di aver macinato, per contro, un sacco di quattrini veri sul proprio conto in banca.
Ecco, uno così, Gardin intendiamo, andrebbe “toncato” a testa in giù per i prossimi 365 giorni. Anzi, fino alle elezioni d’autunno del 2023, allorquando, si auspica, potrebbe esserci un cambio di maggioranza. A leggere le cronache di questi giorni, tuttavia, con un’opposizione siffatta, Fugatti sarà riconfermato anche senza l’aiutino gardiniano. Vincerà per “Ko tecnico, per manifesta incapacità dell’avversario”.
Perché, diciamola tutta, il PD che si lamenta per una miserrima “tonca” vigiliana, fa la figura di chi vede la pagliuzza e non la trave. Dopo il “NIMBY” (che sta per “Not in My Backyard”, traduzione: non nel mio cortile; o “Not in my Garden”: non nel mio giardino) si rischia di dar credito persino al “Not in my Gardin”, che è quasi peggio.
Al corsivo risponde la consigliera provinciale Lucia Coppola:
Ho letto con interesse il suo articolo sulla ” tonca”, comprese le considerazioni sul fatto che io ingiustamente sia stata graziata. Perché occupandomi degli orsi non penserei, secondo lei, ai malati terminali dell’ hospice Cima Verde.
Ho trovato molto fuori luogo e offensivo questo accostamento di cattivo gusto. Non nei miei confronti, ci mancherebbe. L’ ironia non mi fa difetto, ma qui di ironico c’era ben poco. Più che altro un giudizio sommario di insensibilità e superficialità.
Da consigliera provinciale ho presentato, nei mesi precedenti il concerto, molti atti istituzionali: risoluzioni e interrogazioni sulle criticità sociali, umane e ambientali di quel concerto.
Ma per lei l’ unica cosa interessante è stata che, ormai a cose fatte, abbia posto il problema, fra tanti altri evidenziati, di un orso in cattività, sofferente e in precarie condizioni che poteva essere eventualmente sedato in modo blando perché non patisse troppo i decibel del concerto di Vasco Rossi. Ha mai sentito parlare di etologia, di benessere animale? Che cosa c’ era di tanto sconvolgente e scandaloso in questa mia richiesta?
L’ orso è stato sedato al suo secondo arrivo al Casteler e anche durante i lavori effettuati in loco. La pietà per gli esseri umani non preclude che si possa provarla anche per gli animali. In ogni famiglia, anche nella mia, ci sono e ci sono stati malati oncologici a cui io ho prestato, e purtroppo presto, assistenza. So bene di cosa si parla. Le parole anche quelle scritte andrebbero pesate. A questo punto meglio le motivazioni dei toncatori sulle trote!
Con ciò la saluto augurandole buon lavoro e magari più attenzione alla sensibilità di coloro di cui scrive, evitando accostamenti decisamente fuori luogo.
Cons. Lucia Coppola
