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    editoriale

    Sanità: la bufera e la mannaia

    Alberto FolgheraiterBy Alberto Folgheraiter10 Luglio 2021Aggiornato:13 Luglio 2021Nessun commento3 Minuti di lettura
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    Alle 7 di un sabato mattina che consigliava la fuga dalle città arroventate, i dipendenti dell’Azienda sanitaria del Trentino hanno ricevuto una comunicazione del direttore generale Pier Paolo Benetollo. Il quale, dopo una settimana sulla graticola, ha annunciato che avrebbe lasciato l’incarico ricevuto il 27 novembre 2020 dal presidente della Giunta provinciale “nel pieno della pandemia da Covid19, con la necessità di fornire un punto di riferimento saldo per 9mila professionisti che lavorano in APSS, in mezzo a una bufera davvero difficile da governare”. Con un’Azienda impegnata a nuove sfide: riorganizzazione della sanità territoriale; ricambio (per pensionamento) di numerosi professionisti e tra questi venti primariati non ancora coperti; evoluzione della rete ospedaliera, il direttore generale, scrive Benetollo, “si può fare solo se si ha la serenità d’animo”. “Forse appartengo ad un’altra generazione, in cui i sistemi di relazione erano diversi”. Pertanto annuncia le proprie dimissioni. Tornerà al suo lavoro consueto, scrive ancora il dimissionario direttore dell’Azienda sanitaria del Trentino, “dopo un periodo di ferie, di cui ora ho bisogno”.

    Poche ore prima era stato consegnato al direttore generale il dossier della commissione di indagine incaricata di far luce sul clima interno al reparto di ginecologia del “Santa Chiara” a Trento e i sui retroscena che possono aver portato alla scomparsa, quattro mesi fa, della dott. Sara Pedri. La commissione ha sentito 110 persone e alla luce delle dichiarazioni rese ai commissari sono stati presi i primi provvedimenti.

    Il primario del reparto, Saverio Tateo, da settimane al centro della cronaca, e la dott. Liliana Mereu, sua stretta collaboratrice sono stati trasferiti. Con lunedì 12, il primario dovrà andare a Cavalese; la sua collaboratrice, invece, approderà in ginecologia a Rovereto.

    Gli avvocati Andrea de Bertolini e Andrea Manca, che sono stati incaricati da sei ginecologhe del “Santa Chiara” di procedere a loro tutela anche in sede giudiziaria, hanno preso atto “con soddisfazione della decisione assunta. Una decisione per noi necessaria e giusta – scrivono – data la gravità degli accadimenti. Per le nostre assistite, la notizia è stata come una liberatoria rinascita. La sofferenza e prostrazione vissuta in questi anni e in quest’ultimo periodo rimangono, ma questa decisione ridà rispetto e dignità a ciascuna di loro. A tutti quelli che non ci sono più in quel reparto e che hanno subito quell’ambiente insalubre. E tra queste persone anche e soprattutto Sara Pedri”.

    Parole come pietre che non potranno non riservare ulteriori cambi di scena. Sabato sera, nel corso di una riunione straordinaria, la Giunta provinciale di Trento ha nominato Commissario dell’Azienda sanitaria il dott. Antonio Ferro. Lo stesso che ha condotto le audizioni dei 110 sanitari del reparto di ostetricia e ginecologia del Santa Chiara.

    Intanto, l’Ordine dei medici ha annunciato l’avvio dell’iter che potrebbe sfociare in provvedimenti disciplinari. Le opposizioni in Consiglio provinciale a Trento hanno ottenuto la convocazione di una seduta straordinaria dell’assemblea per lunedì 19 luglio. Si terrà nel pomeriggio del giorno anniversario del disastro di Stava.

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    Alberto Folgheraiter
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    Giornalista e scrittore. Negli anni Settanta redattore al settimanale “Vita Trentina”, alla redazione di Trento de “Il Gazzettino”, direttore responsabile di “Radio Dolomiti”. Dal 1979 al 2010 cronista alla redazione di Trento della Rai, poi capostruttura dei programmi (2007-2010); corrispondente dalla regione (1975-1996) del settimanale “Famiglia Cristiana”. Ha pubblicato 27 libri su storia, tradizioni ed etnografia del Trentino-Alto Adige. È socio di Studi Trentini di scienze Storiche.

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